Cresce il mercato dei vini da investimento

Il mercato dei vini da investimento nei primi cinque mesi del 2017 è continuato a crescere a ritmi interessanti: si parla di un +2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per il momento infatti, la sfavorevole congiuntura internazionale per il mercato del vino, dall’elezione di Trump in Usa, alla Brexit, al rallentamento dell’economia cinese, non sembra avere interessato questo settore del mercato enologico. Secondi i dati forniti da Liv-ex, il principale sito che si occupa di monitorare il mercato dei fine wine, tutti gli indici del settore sono stati positivi tranne per una leggera flessione nel mese di aprile per poi tornare ai livelli precedenti.

Si parte da un aumento del +2,2% che riguarda gli incrementi di valore dei 100 vini più ricercati sul mercato secondario (l’Italia è rappresentata dal Masseto 2010, il Sassicaia 2009 e 2010, l’Ornellaia 2009 e 2010 ed il Solaia 2010), per arrivare ad un +6,47%, che riguarda l’indice l’Italy 100, che è composto dalle ultime 10 annate di Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, Masseto, Ornellaia, Sassicaia e Barbaresco.
Arrivando agli indici dedicati a Bordeaux troviamo incrementi che vanno dal +2,3% fino al +3,1% per quel che riguarda i premier cru di Bordeaux. I dati positivi che Liv-ex fornisce confermano che il segmento dei vini da investimento è considerato molto appetibile da una grande fetta di investitori, attirati soprattutto da una serie di fattori che vanno dalla stabilità dell’investimento fino alla possibilità di un aumento di valore delle bottiglie acquistate che in alcuni casi ha sfiorato il 500%.

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