20 milioni di etichette inservibili stampate, Consorzio Asti Docg chiede moratoria

A causa di un cavillo inserito dalla Commissione UE, 20 milioni di etichette già stampate risultano ad oggi inservibili. Un errore che rischia di compromettere la corretta evasione degli ordini di Asti Spumante e Moscato d’Asti, in vista delle prossime festività.

È quanto dichiarato dal presidente del Consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero, commentando le nuove disposizioni della Commissione Europea, a una settimana dall’entrata in vigore della nuova normativa sul sistema di etichettatura dei vini europei (prevista per l’8 dicembre). Secondo il Consorzio, le imprese della denominazione da tempo avevano provveduto a uniformarsi al Regolamento (2021/2117) anche in vista della campagna natalizia, poi il dietrofront dell’esecutivo europeo con la pubblicazione delle linee guida rese note solo il 24 novembre.

Cosa prevedeva il Regolamento

La normativa oggetto della diatriba è il Regolamento (Ue) 2021/2117 pubblicato il 6 dicembre 2021 che prevedeva l”obbligo di fornire, attraverso l’e-label (QR code) informazioni per via elettronica in merito agli ingredienti e alle dichiarazioni nutrizionali dei vini e dei prodotti vinicoli aromatizzati, a partire dall’8 dicembre 2023.

Le aziende avevano accolto con favore questo nuovo regolamento che fornisce un modo adeguato di informare i consumatori e si sono fortemente impegnate ad implementarlo rapidamente. “Considerando i lunghi tempi necessari per preparare le informazioni, modificare il design delle etichette e stamparle, le aziende vinicole dell’UE hanno iniziato molti mesi fa a prepararsi per rispettare la scadenza. Stimiamo che oggi siano già state stampate diverse centinaia di milioni di etichette, molte delle quali già sugli scaffali” ha spiegato Mauricio González Gordon, Presidente della CEEV.

Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV – www.ceev.eu) rappresenta le aziende vinicole dell’industria e del commercio nell’Unione Europea: vini fermi, vini aromatizzati, vini spumanti, vini liquorosi e altri prodotti vitivinicoli. Riunisce 25 organizzazioni nazionali e i suoi membri producono e commercializzano la stragrande maggioranza dei vini europei di qualità, con e senza indicazione geografica, e rappresentano oltre il 90% delle esportazioni di vino europee.

Lo stop della Commissione UE

In previsione di ciò, i produttori, a partire da quelli di spumanti, si erano già organizzati attraverso la stampa di centinaia di milioni di
etichette.

Una settimana fa la Commissione Ue ha inserito nelle linee guida la necessità di identificare il QR code attraverso la parola “ingredients” anziché la sola lettera “i” inizialmente ritenuta valida. Un cavillo fuori tempo massimo, se si considera che per modificare e stampare le nuove etichette sono necessarie almeno due settimane di lavorazione.

La nuova normativa prevede quindi che le etichette di vini e di prodotti vitivinicoli aromatizzati commercializzati nell’Unione Europea contengano:

  • la dichiarazione nutrizionale ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera l), del regolamento (UE) n. 1169/2011;
  • l’elenco degli ingredienti ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 1169/2011.

In particolare, i valori nutrizionali dovranno fornire informazioni relative al potere calorifico dei vini e degli altri prodotti vitivinicoli aromatizzati, oltre che grassi, zuccheri, carboidrati, sale e proteine. Un’attenzione specifica, poi, dovrà essere prestata all’indicazione di eventuali sostanze che possano provocare allergie e/o intolleranze.

Rimane quindi l’obbligo di inserire in etichetta il valore energetico dei vini e degli allergeni utilizzati, mentre tutte le altre informazioni saranno reperibili su una pagina web dedicata tramite QR-code. Il regolamento prevede che non vengano raccolti e tracciati dati sensibili degli utenti. Inoltre, tutte le informazioni riportate non devono figurare insieme ad altri contenuti di natura commerciale, e non possono essere utilizzate a scopo di marketing.

Secondo la Commissione, queste modifiche servono a tutelare la privacy del consumatore e, al contempo, snellire il numero di informazioni obbligatorie da riportare sulle etichette dei vini.

Cosa chiede il Consorzio Asti Docg

Il Consorzio Asti Docg chiede alle istituzioni italiane e a quelle Ue di attivarsi con estrema urgenza al fine di risolvere una situazione di grave empasse, ripristinando quella certezza giuridica alla base degli obiettivi comunitari. Serve a questo punto ottenere da Bruxelles il consenso all’utilizzo, fino a
esaurimento scorte, delle etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida. Si rischia di mettere in difficoltà la campagna per le festività e l’economia di un territorio con oltre mille aziende consorziate e 10 mila ettari di vitigno per una produzione di oltre 100 milioni di bottiglie in buona parte commercializzate sotto Natale.

In merito si è espresso anche il Presidente CEEV che ha dichiarato “Non possiamo accettare una nuova interpretazione, pubblicata 14 giorni prima della data di applicazione, che implicherà, da un lato, la distruzione di centinaia di milioni di etichette già stampate e, dall’altro, la nostra incapacità di stampare nuove etichette in tempo per rispettare la nuova scadenza regolamentare. Chiediamo quindi alla Commissione di modificare urgentemente le Linee Guida”.

Al di là della tempistica irrealistica per pubblicare un’interpretazione che incide sulle pratiche di etichettatura, il CEEV si è detto in disaccordo anche con l’interpretazione stessa della Commissione. “L’interpretazione della Commissione porta più incertezza che altro e lascia le aziende vinicole all’oscuro su cosa fare ora” ha affermato Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale del CEEV.

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