Le proteste dei viticoltori francesi contro le importazioni di vino spagnolo

Giovedì mattina, centinaia di viticoltori francesi dei dipartimenti dell’Aude e dei Pirenei hanno protestato contro l’import di vino spagnolo. I manifestanti hanno dirottato i camion provenienti dalla frontiera Le Perthus, svuotando e distruggendo circa diecimila bottiglie. Hanno poi proseguito la loro protesta scendendo in strada sull’autostrada dell’Aude, quando hanno bruciato pallet e pneumatici davanti all’ufficio delle imposte di Narbonne.

È stato svuotato anche un camion contenente centinaia di cassette di pomodori spagnoli ed è stata creata una barricata con pallet e pneumatici, poi bruciati. La strada è rimasta bloccata per circa tre ore.

Secondo il presidente del sindacato dei viticoltori dei Pirenei Orientali, David Drilles, la rivolta riguarda tutta la regione sud-orientale compresa tra Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

La protesta sarebbe rivolta in particolare all’importazione di rosé e cava (lo spumante spagnolo) più economici dei vini locali.

Vitisphere

Negli ultimi mesi, il settore vinicolo francese è stato messo alle strette dal calo della domanda, dall’aumento dei costi e dalla concorrenza di prodotti stranieri più economici.

Il perché delle proteste

È solo di qualche mese fa la notizia che la Francia aveva superato l’Italia diventando il maggior produttore di vino mondiale. Eppure, il settore sta subendo un calo delle vendite. Secondo l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), nel 2022 la Francia ha importato circa 6,5 milioni di ettolitri di vino, a prezzi dimezzati rispetto ai vini locali.

Il 65% dell’import di vini proviene dalla Spagna, spesso commercializzati all’ingrosso, come vino di base. Le bottiglie spagnole vengono vendute a poco meno di un euro al litro, contro i più di tre euro di quelle prodotte e vendute oltralpe.

Perché i viticoltori protestano

“Stiamo uscendo da quattro anni di rischi climatici” ha ricordato David Drilles, presidente del sindacato dei viticoltori dei Pirenei Orientali. “Non abbiamo soldi, non abbiamo visibilità. Non ce la facciamo più. Siamo in attesa di aiuti, come quelli che sono stati concessi agli allevatori”.

Rouanet, presidente del sindacato dei viticoltori dell’Aude, denuncia da settimane “un cocktail esplosivo” di fattori sfavorevoli. Una vendemmia scarsa a causa delle cattive condizioni climatiche, i costi che aumentano in linea con l’inflazione. In più, i prezzi del vino non tengono il passo, soprattutto perché le importazioni da parte dei commercianti di vino li fanno scendere.

Il cambiamento climatico e sovrapproduzione minacciano la produzione vinicola francese

In termini di volumi, la Francia ha recentemente superato l’Italia, conquistando il primato di maggior produttore mondiale. Eppure l’industria vitivinicola del Paese sembra essere messa a dura prova. Le ondate di calore che hanno interessato le regioni meridionali della Francia, secondo gli esperti, rischiano di ridurre la produzione fino al 20%.

La crisi del costo della vita e i cambiamenti nelle abitudini di consumo post pandemia hanno fatto registrare un calo della domanda di vino.

Vitisphere

Per sostenere i viticoltori in difficoltà, il governo francese ha annunciato uno stanziamento di 200 milioni di euro per smaltire le eccedenze di produzione vinicola. Ad agosto, il ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau ha spiegato che il finanziamento ha lo scopo di “impedire il crollo dei prezzi e per consentire ai viticoltori di trovare nuovamente fonti di reddito”. Fesneau ha inoltre sottolineato che il settore deve “guardare al futuro, pensare ai cambiamenti dei consumatori e adattarsi”.

Le richieste dei viticoltori

Nella notte tra il 4 e il 5 ottobre, i locali di un’azienda di imbottigliamento e commercio nella regione dell’Aude erano stati incendiati e imbrattati con una scritta contro l’importazione di vino straniero.

L’incendio, che non ha causato feriti, è stato rivendicato dal Comité d’Action Viticole, un’emanazione locale del Comité Régional d’Action Viticole (CRAV). Da decenni il CRAV esprime con la forza la “rabbia” della comunità dei viticoltori della Linguadoca.

All’epoca, il presidente del sindacato dei viticoltori dell’Aude aveva dichiarato all’AFP “Non giustifico questo tipo di azioni, ma è probabile che diventino quotidiane, vista la situazione attuale”.

Vitisphere

Ora, Rouanet ha dichiarato che il governo dovrebbe introdurre un “Piano Marshall” per la viticoltura per permettere al settore di uscire dalla crisi. “Chiediamo esenzioni dalle tasse, aiuti per ettaro, aiuti bancari, possibilità di irrigazione e tutto il possibile per tirarci fuori dalla crisi”, ha dichiarato il viticoltore. “La protesta di oggi è stata un’introduzione alla guerra economica che intendiamo fare”.

In seguito alle proteste, la Confederazione spagnola del trasporto merci (CETM) ha condannato gli attacchi.

“Chiediamo alle autorità di garantire che questo tipo di attacco non si ripeta e di intraprendere le azioni necessarie per assicurare che i responsabili cessino di agire impunemente. Devono rispondere alla legge e pagare per le loro azioni” si legge nel comunicato stampa.

Ha aggiunto che “non è la prima volta che le imprese di autotrasporto e i lavoratori autonomi subiscono questo tipo di aggressione in modo del tutto ingiustificato, che mette a repentaglio la sicurezza degli autisti professionisti e comporta perdite significative per il settore”.

L’ultima azione dello SVA a Le Boulou risale al maggio 2017 (subito dopo quella dell’aprile 2016), quando le importazioni francesi di vino sfuso spagnolo erano al massimo (attualmente sono in forte calo).

Resta da vedere se il manifesto vinicolo di Rouanet sarà realizzato. Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Vitisphere, le ripercussioni della protesta sembrano minime. Una nuova manifestazione di protesta è prevista per il prossimo 25 novembre.

Related Posts

Ultimi Articoli