Italia enoica: questa grande sconosciuta

Oltre i Supertuscan e il Barolo c’è di più!

Italia, questa sconosciuta. Il bicchiere per il Belpaese enoico è infatti mezzo pieno e mezzo vuoto.

Stando all’ultimo articolo di Wine Searcher e ai dati Live-Ex, se da un lato i Supertuscan e il Barolo registrano un aumento nel mercato dei fine wines (vedi qui), dall’altro oltre a questi grandi nomi poco si conosce dell’Italia.

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Un grappolo di Aglianico

Un problema d’immagine – secondo Steven Wickens della Wickens & Co. di Hong Kong – soprattutto “fra i giovani che vedono i vini italiani come poco trendy”. E nonostante Wickens testimoni un andamento positivo di Barolo e Barbaresco, attesta che gli importatori cinesi si limitano a questo.

Tom Harrow, del gruppo inglese Honest Grapes, addita anche la responsabilità dei buyer: “se solo andassero oltre, scoprirebbero un valore che è unico”. E se qualcosa sta già cambiando per le due sopracitate denominazioni piemontesi, che grazie a grandi annate come la 2010 e la 2011 stanno uscendo dall’enclave dei soli connoisseur, il resto dello Stivale rimane una terra sconosciuta.

Purtroppo: perché meritano in molti – continua Harrow – dal Sagrantino di Montefalco al Negroamaro di Puglia e soprattutto l’Aglianico: “i vini di Mastrobernardino, per esempio, rimangono a prezzi nettamente per la qualità che possiedono”.

15535_177_PRETNAd aver attirato l’attenzione degli appassionati è anche la Sicilia – riporta sempre Harrow – specialmente la zona intorno all’Etna, che sta trascinando un interesse anche nei confronti dai altre zone di montagna, dalla Valtellina a Gattinara e Carema, dal Trentino al “confine sloveno” (leggasi Friuli? Perché allora non chiamarlo così? Segno forse della progressiva dimenticanza, purtroppo, di una grande regione enoica italiana). Tra le denominazioni in ascesa anche il Franciacorta, soprattutto sul mercato inglese.

downloadTuttavia, questa ascesa pare riguardare un pubblico elitario o comunque già preparato.

I numeri di Wine Searcher – la piattaforma conta oltre 38 mila distributori e 5.8 milioni di offerte e ha un taglio prettamente B2C – registra infatti un numero relativamente circoscritto di nuove ricerche sull’Italia enoica. Negli ultimi tre anni l’incremento è stato di nemmeno un punto percentuale, dal 13.95% di tutte le ricerche al 14%. Rimane tuttavia – pur con una significativa distanza – il terzo Paese più cercato con 10,4 milioni di ricerche nel 2015 dopo Francia (33.6 milioni) e Stati Uniti (16.2 milioni).

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