Vini biodinamici: cosa sono e in cosa si differenziano dai vini biologici

Sono sempre più diffusi e apprezzati, ma cosa sono i vini bionamici esattamente?

L’Italia è, in Europa la terza produttrici di prodotti agricoli biodinamici, vini inclusi: ma cosa esattamente, quali sono le caratteristiche a cui devono rispondere e che peculiarità hanno le aziende?

I vini biodinamici sono semplicemente quelli ottenuti da agricoltura biodinamica.

Sempre più apprezzati vengono molto spesso confusi con i vini biologici o i vini naturali, ma seppur molte caratteristiche li accomunino, i vini biodinamici hanno alla base una filosofia diversa.

Che cos’è l’agricoltura biodinamica?

L’agricoltura biodinamica si basa su alcuni principi che rappresentano una vera e propria filosofia legata alla natura ed al suo corso. Ideatore fu il filosofo Rudolf Steiner, vissuto in Australia a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Da sempre interessato all’esoterismo, si avvicinò anche all’agronomia dietro richiesta dei contadini dell’epoca che richiedevano metodi per incrementare la produzione dei propri terreni.

Al centro dell’agricoltura biodinamica ci sono i principi per cui ogni essere vivente è governato da forze superiori, come le fasi lunari e i movimenti dei pianeti.

Il principio base della disciplina biodinamica nasce dal concetto che la fattoria è un organismo a se stante in cui tutti i suoi abitanti sono sì elementi autonomi ma interconnessi tra loro da reciproche relazioni che ne permettono la sopravvivenza.

Tre i principali strumenti utilizzati in agricoltura:

  • lunario con fasi lunari
  • biodiversità
  • preparati

Tra i preparati più frequenti quelli a base di piante, Coe tarassaco e equiseto, ma anche il celebre e curioso cornoletame, detto anche preparato 500.

Si tratta di un vero e proprio corno in cui viene infilato del letame di vacca che abbia avuto in vita sua almeno un parto.

Il corno viene sotterrato in estate e lasciato tutto l’inverno sotto il terreno per poi essere recuperato nei giorni intorno alla domenica di Pasqua. 

Dissotterrato, lo si miscela con acqua tiepida e lo si mescola per un’ora creando dei vortici (processo di dinamizzazione).

Questo dovrebbe incrementare la resa produttiva del terreno.

Alla base della biodinamica, quindi, ci sono gli antichi metodi di coltivazione, come la rotazione delle colture ed i metodi di concimazione naturale, ma dalla tradizionale agricoltura, comunque, la biodinamica si discosta.

Il metodo di coltivazione di Steiner non si limita solo all’agricoltura, ma si espande a tutta la comunità ed alla vita sociale.

Quali sono le certificazioni per i vini biodinamici?

Una regolamentazione legislativa per i vini biodinamici di fatto non esiste, anche perché è molto difficile stabilire degli standard internazionali univoci: trattandosi di coltivazioni estremamente naturali, risentono moltissimo della collocazione e del clima dell’azienda.

Spesso, anche a livello di pensiero, vengono associati ai vini biologici, in cui rientrano ma da cui si differenziano notevolmente.

Ad oggi la sola certificazione esistente è il marchio internazionale Demeter: attraverso il rispetto di specifici standard, Demeter garantisce che i prodotti alimentari e gli ingredienti delle aziende aderenti provengano da coltivazioni o allevamenti biodinamici.

Sostanzialmente i tre principi su cui si fonda la biodinamica sono:

  • mantenere la fertilità della terra
  • assicurare salute alla piante in modo che possano resistere alle malattie e ai parassiti;
  • produrre alimenti di qualità più alta possibile.

In Italia si convertono anche le grandi aziende

Se è vero che in Italia l’agricoltura biodinamica è stata soprattutto appannaggio delle piccole cantine, oggi sempre più aziende sono in conversione.

Parallelamente crescono gli eventi ed i corsi di formazione organizzati sia da privati che da Demeter stesso: come per tutto il resto della viticoltura, lo scopo principale della biodinamica resta quello di produrre vino di altissima qualità.

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