Pierpaolo Lorieri racconta le Strade del Vino della Toscana

Il Presidente di Strade del Vino della Toscana, Pierpaolo Lorieri, spiega come sta cambiando l’Enoturismo e come la Federazione Italiana Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori deve rispondere ai mutamenti in corso.

Come è nata la sua esperienza presso le Strade del Vino della Toscana? 

“Ho la fortuna di occuparmi di vino da più di 30 anni. Sono stato membro di Strade del Vino della Toscana per 13 anni e da un anno a questa parte sono subentrato all’ultimo presidente. Ho fatto esperienza sia nel campo del turismo per gli alberghi, sia nella ristorazione che nel il turismo del vino. Oggi il mio ruolo è quello di presidente di Strade del Vino della Toscana”.

Quali sono gli scopi della Federazione Strade del Vino della Toscana e come è cambiata nel tempo?

“Bella domanda, come tutte le Strade del Vino presenti in toscana sono nate con uno scopo ben preciso: aggregare un territorio ai suoi prodotti. Inizialmente veniva fatto sul vino poi si sono aggiunti anche altri frutti della zona come l’olio ed altri tipici. Questi prodotti servivano da coagulanti tra i produttori ed i sistemi di accoglienza turistica. Sono nate per questo le Strade del Vino della Toscana. Al momento siamo in una fase di transizione per capire chi siamo, dove stiamo andando e cosa vogliamo. L’aspetto più importante, però, è sapere cosa vuole la persona che viene a visitare il nostro territorio. I viaggiatori di oggi sono diversi da quelli di quaranta anni fa. Prima gli enoturisti si muovevano in vesti di amatori, esperti di vino oppure per conoscere meglio una zona o un prodotto. Attualmente la richiesta è molto più ampia infatti la domanda proviene da persone talvolta inesperte ma che vogliono avvicinarsi al vino e ai prodotti locali per curiosità. Questo non deve tradursi in una riduzione del livello qualitativo, anzi dobbiamo avere un’attenzione maggiore per dare risposte complete ed esaustive alle domande. Nel momento in cui quella risposta appaga la voglia di conoscere delle persone allora si riesce a collegare l’enoturista al territorio”.

Parlando della firma dell’atto costitutivo della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, suggellato in occasione del Vinitaly 2019, quali sono le novità che saranno introdotte nel settore Enoturistico e cosa cambia rispetto al Coordinamento Nazionale che vi era in precedenza?

“Non conosco bene le novità ma ritengo che il Coordinamento Nazionale che abbiamo costituito lo scorso anno sia stato fondamentale perchè le Strade del Vino si stazionano in territori piccoli e regionali pertanto necessitano di un collegamento a livello nazionale. I flussi di turismo non sono più movimenti stanziali come una volta. Oggi chi arriva in un paese non vi rimane fisso ma vuole spostarsi e fare esperienza totale del territorio quindi, piuttosto che un coordinamento geografico, ci deve essere un sistema di accesso alle informazioni non solo della provincia che si vuole visitare ma di tutti i collegamenti possibili. Quando l’enoturista giunge in un sito deve poter accedere a tutte le altre informazioni del circuito, questa è la proposta del futuro di Strade del Vino. Penso che la Federazione sia una buona cosa, deve però rivedere il percorso che ha fatto, tenendo contatti stretti con i canali regionali ove sono presenti, altrimenti promuovendo dei sistemi regionali affinchè sia una Federazione come le altre nel nostro paese. Vorrei specificare che noi in toscana siamo riusciti a costruire molto più di un semplice coordinamento: Strade del Vino, Città del Vino, Città dell’Olio e Movimento Turismo del Vino ognuna con le sue peculiarità, con il proprio stile e obiettivo, lavorano insieme. Questa armonia per il sistema del vino non può che far bene alle aziende perchè quello che facciamo per l’Enoturismo deve produrre dei risultati sulle aziende vinicole, se non vi dovessero essere delle ricadute in esse il lavoro risulterebbe inutile”.

Che tipo di ricaduta?

“Duplice, una diretta per chi viene nelle aziende ed acquisisce informazioni, l’altra sta nell’intervenire nelle amministrazioni affinchè le nostre aziende possano lavorare serenamente, senza l’assillo del sistema burocratico e con una lungimiranza nelle norme quando queste devono essere cambiate”.

Concludendo, secondo Lei quali migliorie potrebbero essere introdotte per sviluppare il settore Enoturistico?

“Quello che oggi manca in Italia è un sistema informativo territoriale che una volta era demandato alle provincie o alle agenzie che si occupavano di turismo. Secondo me il futuro del sistema delle Strade del Vino va verso la possibilità, per gli enoturisti, di accedere alle informazioni di cui necessitano, quindi di un sistema che consente di preparare un percorso di viaggio anche a distanza. Come dicevo in precedenza, avendo oggi a che fare con enoturisti diversi e tante volte inesperti, si ha bisogno di dotare loro degli strumenti informativi efficaci. Spesso infatti la percezione che abbiamo noi delle informazioni che forniamo è diversa da quella visibile per esempio all’estero. Nell’anno che viene dovremmo riuscire a dare un contributo specialmente ora che la regione intende modificare la normativa regionale sulle Strade del Vino, il nostro compito è quello di collaborare con loro per la modifica della direttiva. Mi auguro che lavorando insieme si riesca a fare qualcosa di buono e di importante per tutti noi”.

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