I cambiamenti climatici e la qualità che ancora non c’è

L’aumento delle temperature ha permesso a molti paesi, come il Regno Unito, di affacciarsi sulla scena mondiale come produttori di vino. Ma il livello qualitativo è ancora ben lontano dalle tradizionali patrie del nettare di Bacco

I cambiamenti climatici stanno mutando la geografia vinicola mondiale. Le temperature sempre più elevate stanno, in Italia, anticipando le vendemmie, e rendendo i terreni sempre più aridi e a volte inospitali. Un discorso diverse vale per la Gran Bretagna.

Dal 2004 al 2013 la superficie vitata è aumentata del 148%, ma temperature più favorevoli da sole non garantiscono una buona qualità. Nello studio del pubblicato dall’Australian Journal of Grape and Wine Research è stato evidenziato come le medie inglese sia siano attestate sui 13 gradi, in linea coi principali paesi produttori, ma questo non è sufficiente.

Le numerose piogge, il clima instabile, che può cambiare di anno in anno, rendono ancora difficile quel salto qualitativo in grado di far competere il Regno Unito con i paesi leader nella produzione enoica. Dunque un’amento della superficie vitata e dalla quantità prodotta non sono sempre foriere di un salto nella qualità finale del prodotto.

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