Come sarà l’Amarone 2010?

Anteprima Amarone: l’Amarone 2010 sarà meno alcolico e con una buona acidità e longevità

Anteprima Amarone 2010
Foto ENNEVI

Stappo dell’annata Amarone 2010, la prima a poter fregiarsi della denominazione di origine controllata e garantita, questo weekend al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Nel convegno inaugurale sono stati affrontati i punti principi dell’evento, con il presidente Marchesini che ha ripercorso l’iter per l’ottenimento della Docg e il direttore Bussinello che ha presentato il nuovo logo registrato a livello comunitario per impedirne l’utilizzo abusivo: un carattere bodoniano che nell’antichità della grafica rievoca la tradizione dell’Amarone, richiama il germoglio della vite e il saliscendi delle colline veronesi, oltre a racchiudere la “v” di Valpolicella, la “t” di tutela e territorio e la “c” di consorzio.

A moderare il convegno è stato il vice presidente di Radio24 Sebastiano Morisoni che ha rilevato temi cruciali come l’opportunità di limitare il numero di bottiglie producibili e la necessità di salvaguardare anche l’identità del Valpolicella Classico Superiore come vino a sé, prevenendolo dal divenire vino di ricaduta dell’Amarone.

Temi cui ha dato eco Marchini dell’Università degli studi di Perugia che si è concentrato sui percorsi strategici per il prossimo decennio in tema di finanziamenti europei, delimitazione territoriale e investimenti sostenibili. È stato invece Daniele Accordini a presentare l’annata 2010 come emersa da una degustazione esplorativa di campioni anonimi effettuata dallo stesso vice presidente assieme ad un team di undici enologi. Complessivamente si rileva una gradazione alcolica inferiore rispetto alla media con una maggiore acidità e buona prospettiva d’invecchiamento, in cui l’identità stilistica della singola vallata è, rispetto al 2009, maggiormente individuabile.

Foto ENNEVI
Foto ENNEVI

La germogliazione ritardata e l’abbondanza di pioggia hanno avvantaggiato le zone collinari, fra tutte Marano con profili sensoriali di eleganza, ricchezza e persistenza. La Valpantena si connota per la finezza e possiede una riconoscibilità che trapela al di là dell’interpretazioni del singolo produttore, al contrario di San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio dove emergono soprattutto il timbro aziendale e che sono caratterizzate da naturalezza d’espressione unita ad un’interessante struttura. Fumane si avvicina invece ai valori medi della denominazione, con un profilo sensoriale tarato su una complessa armonia mentre Negrar conferma consistenza estrattiva data da struttura, tannicità e persistenza notevoli. Infine, nelle tre vallate di Illasi, Mezzane e Cazzano si è riscontrato un comune denominatore di frutta rossa e potenza dinamica.

Due le degustazioni d’assaggio, tra cui una bendata, con cui i giornalisti hanno potuto assaggiare gli Amaroni 2010, di cui quasi metà erano ancora campioni di botte. Buonissima anche l’affluenza del pubblico che dal pomeriggio di sabato e per tutta la giornata di domenica ha affollato il palazzo per la degustazione ai banchi d’assaggio aziendali.

Irene Graziotto

 

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