Calabria e vino: quali strade per crescere?

Ne abbiamo parlato con la Presidente regionale AIS Maria Rosaria Romano.

Maria Rosaria Romano presidente AIS CalabriaAlla Regione, terzultima per produzione nazionale di vino, servirebbe una promozione in grado di coinvolgere l’intera filiera enogastronomica. Abbiamo deciso di cercare la ricetta giusta per fare sistema con la Presidente regionale AIS Maria Rosaria Romano.

Divenuta sommelier AIS nel 2001 e con un master in “Analisi sensoriale” conseguito nel 2004 presso l’Università Cattolica di Piacenza, Maria Rosaria è fra i soci fondatori della sezione AIS calabrese dove diventa prima Sommelier Professionista, poi Responsabile Didattica e, dallo scorso anno, Presidente regionale.

La Calabria enologica: ancora poco conosciuta. Perché?

“In parte dipende dal volume di vino prodotto, considerato che siamo terzultimi a livello nazionale. Ma, soprattutto, credo che ci manchi la capacità di fare sistema per proporsi in modo adeguato. Ancora oggi si identifica la Calabria solo con il Cirò, sebbene la realtà sia molto più articolata”.

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Il Gaglioppo, vitigno emblema della Calabria da cui nasce il Cirò

Quali sono le tendenze del mercato in merito ai prodotti enologici calabresi?

“Il mercato nazionale è eccessivamente saturo e dominato dalle regioni più forti mentre nel mercato regionale, sinora conteso dai vini delle regioni limitrofe, si registra un positivo aumento della domanda di vini calabresi. All’estero, i produttori riescono a piazzare i loro prodotti singolarmente, in particolare in Germania, dove la presenza di emigrati calabresi è molto forte”.

Il Presidente della Regione Mario Oliverio ha segnalato l’“estrema frammentazione al Vinitaly” e la mancanza, a oggi, di un marchio “Calabria”. Quali strade per crescere?

“Innanzitutto, fare sistema nel promuovere unitamente vino e prodotti gastronomici, magari con un marchio Calabria inteso quale consorzio che incentivi l’intero comparto alimentare, più fattibile rispetto ad una denominazione inclusiva di tutte le produzioni vitivinicole regionali. E poi selezionare fra gli eventi enologici nazionali ed internazionali quelli che effettivamente sono interessati ad un prodotto non molto conosciuto ma che ha qualità e storia: inutile proporsi in Paesi come Cina o Russia che hanno difficoltà ad identificare geograficamente l’Italia, figuriamoci la Calabria”.

Expo 2015: come sfruttare questa occasione?

“Expo era una buona occasione. Era perché credo bisognasse prepararsi per tempo. Sarebbe stato forse proficuo se gli organi competenti avessero creato un tavolo con le associazioni professionali di settore per pianificare assieme”.

 

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