Parco Nazionale del Pollino: natura ed eccellenze

Un paniere agroalimentare ampio, vino, lavorazioni tradizionali, le più alte vette dell’Appennino meridionale, tante attività nella natura: questo è il Pollino

Parco Nazionale del Pollino200 mila ettari: questa l’estensione del Parco Nazionale del Pollino, uno dei parchi più grandi d’Europa, tra Calabria e Basilicata. “Un parco fortemente antropizzato – così lo descrive il Presidente dell’ente parco Domenico Pappaterra, aggiungendo – ci sono ben 170 mila abitanti che ci vivono, fra le province di Cosenza, Potenza e Matera”. Fare due parole con il Presidente dà la misura di quanto qui si sia attivi – di quanto si sia fatto e si stia ancora facendo – per la valorizzazione delle risorse del parco, sia da un punto di vista naturalistico (per la difesa della biodiversità, della fauna e della flora) che per quanto riguarda altri tipi di ricchezze, come quelle di stampo culturale e gastronomico.

“Nel parco del Pollino non manca l’agroalimentare di qualità, con numerosi riconoscimenti a darne testimonianza. Sono quattro le filiere di riferimento: prodotti lattiero-caseari, ortofrutta, salumi e prodotti da forno. La melanzana rossa di Rotonda è Presidio Slow Food, il peperone di Senise è Igp, il fagiolo bianco è Dop e così via. Senza dimenticare il vino e l’ottimo Moscato di Saracena, un dolce nettare ottenuto da uve moscatello, guarnaccia, malvasia e odoacra. E ancora: marmellate, liquori, pasta fresca e secca”, prosegue Pappaterra. Ci sono molti progetti proprio sulla qualità agroalimentare, come quello della Banca delle qualità del Pollino e quello di un marchio del parco pensato per distinguere i prodotti virtuosi per lavorazioni artigianali e tradizionalità.

Nel Pollino si possono fare davvero tante cose: un turismo ecologico – non è un caso il quinto posto nell’Ecotour 2013 –, un turismo 15193_1155_YYFEDERPsportivo (orientiring, tiro con l’arco, rafting, canoa, canottaggio, trekking, climbing), un turismo gastronomico. C’è anche un turismo scolastico, se così si può definire: in caso di gita scolastica infatti, il trasporto lo paga il Parco. E il vino? “Già da due anni collaboriamo con la Fisar per dare una preparazione professionale alle strutture ricettive del territorio. Qua ci sono molte aziende che fanno vino e che meritano di essere conosciute”.

E per quanto riguarda i progetti in corso, risale allo scorso anno la candidatura per l’Europark, all’interno di un progetto di eco-turismo della Comunità Europea che prevede anche la Carta Europea per un turismo sostenibile. Inoltre si sta lavorando ad un marchio di identità territoriale che racchiuda sotto il suo cappello tutte le eccellenze di questo splendido angolo di Italia.
Insomma, se cercate un luogo dove natura e cultura si fondono armoniche e dove il bello incontra il buono dei sapori e delle produzioni (vino compreso), segnatevi in agenda di passare qualche giorno nel Parco del Pollino.

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