Oggetto: vini di montagna

Due battute veloci nella chat di facebook con VINI DI MONTAGNA DEL PIEMONTE – UNCEM

facebookCosa fa l’UNCEM?
“L’Uncem – Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani – è da sessant’anni il sindacato del territorio montano e rappresenta gli enti a livello regionale presso gli organi competenti per l’esame dei provvedimenti di interesse montano, allo scopo di valorizzare e sviluppare il territorio e le istituzioni.Tra le attività dell’Uncem, la viticoltura eroica è da sempre stata uno dei punti centrali delle sue politiche. Da quasi dieci anni la nostra associazione sostiene e promuove iniziative di recupero e valorizzazione della viticoltura montana attraverso un articolato programma che spazia dal censimento delle superfici vitate dei comuni montani, all’avvio di processi normativi finalizzati al riconoscimento di questi vini, all’organizzazione di attività divulgative e promozionali. In Piemonte rivestono un ruolo fondamentale per una produzione di qualità le Vallate della Provincia di Torino, penso alle Doc Carema e Valsusa, le aree montane del Cuneese, senza dimenticare i vini dell’alto Piemonte delle Valli Ossolane”.

Quali sono le caratteristiche dei vini di montagna?
“Le piccole produzioni delle nostre vallate offrono un prodotto che presenta caratteristiche del tutto particolari, per l’impiego di uve autoctone, per le particolari caratteristiche dei terreni e per le forme di coltivazioni del tutto uniche. In montagna le maturazioni più lunghe regalano quel tempo necessario a costruire un maggior numero di aromi. Inoltre, la spiccata acidità del frutto conferisce spesso ai vini note di freschezza che si traduce in un’eccellente bevibilità. L’impossibilità dell’omologazione delle produzioni di montagna, spesso legate a territori geograficamente piccolissimi, offre al consumatore più attento l’occasione di effettuare un viaggio in un incredibile mondo di sapori”.

Ci sono delle tutele a favore della viticoltura “difficile”?vini-di-montagna-foto
“Le coltivazioni di vite abbandonate o parzialmente abbandonate nei decenni passati stanno – molto lentamente – riscoprendo un nuovo momento di gloria. Grazie anche all’impegno di alcune amministrazioni locali particolarmente sensibili stiamo assistendo alla rinascita di una giovane imprenditoria viticola, che è arrivata a produrre vini molto interessanti e di qualità indiscutibili. E’ però evidente il sostegno che va dato alla viticoltura eroica, i costi elevati di tale viticoltura e le maggiori difficoltà nella coltivazione dei terreni ripidi pongono in primo piano il rischio di abbandono da parte delle aziende che ancora oggi operano, con conseguente degrado di tali aree e relativo rischio idrogeologico. Negli ultimi anni è stato fatto molto sia a livello locale – penso ad esempio alla Val di Susa con le attività portate avanti dalla Comunità montana- sia a livello Regionale e Nazionale. Nel prossimo futuro maggiore importanza avrà sempre di più l’ Unione Europea che dovrà operare per salvaguardare e sostenere la viticoltura di montagna, a tal proposito è stato recentemente presentato un emendamento che prevede un programma di sostegno specifico destinato alla viticolture caratterizzate da forti difficoltà strutturali con l’obiettivo di migliorarne la competitività”.

Quali sono i punti forti della viticoltura di montagna?
“Nel quadro della valorizzazione dei prodotti montani, i vini si stanno riscoprendo come emblema di un territorio, simbolo di una resistenza eroica allo spopolamento. Se opportunamente curati -come sta già avvenendo in molte aree- potranno diventare una risorsa fondamentale per l’agricoltura e l’economia dei territori montani, da utilizzare come complemento nell’offerta enogastronomica e turistica del Piemonte approfittando del forte valore emozionale che esercita il vino di montagna”.

Ostorero Alex
Uncem Piemonte

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