Master ALMA AIS in Gestione e Comunicazione del Vino: i nuovi diplomati

Abbiamo chiesto a Eleonora Martinelli, la migliore del corso, e ad alcuni suoi compagni di raccontarci la sua esperienza al Master

DiplomatiVenti nuovi diplomati: questo il verdetto della sesta edizione del Master ALMA AIS in Gestione e Comunicazione del Vino iniziata lo scorso settembre e conclusasi qualche giorno fa. Un percorso dedicato a sommelier, ristoratori, operatori ed esperti del settore che comprende lezioni frontali affiancate da numerose degustazioni guidate, visite didattiche presso aziende e siti produttivi e da un periodo di stage formativo in Italia.

Come lo scorso anno è una donna ad essersi giudicata il titolo di migliore del corso: Eleonora Martinelli, con una tesi sulla Vernaccia di Oristano. Chiediamo a lei e ad alcuni suo compagni cosa è stato Alma, cosa le ha dato, che prospettive apre.

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Eleonora Martinelli

Raccontaci un po’ il tuo percorso formativo e perché hai deciso di intraprendere la qualifica ALMA.

“Dopo aver per qualche anno perseguito il progetto di cambiare il mondo, di diventare la prima donna Presidente della Repubblica e un avvocato internazionalista che si occupasse del diritto all’autoderminazione dei popoli, ho deciso di lasciare l’occupazione di consulente legale e gli studi di giurisprudenza per permettere alla mia vera essenza di uscire allo scoperto: quella di amante dei brindisi e delle tavole imbandite, delle tradizioni legate alla terra e ai suoi prodotti e, soprattutto, quella di cantastorie. La scelta di iscrivermi al corso di Sommelier una settimana dopo la rinuncia agli studi universitari è stato quel rimettermi in pace con la mia famiglia e la mia identità: vino, funghi, montagna e viaggi sono sinonimo di Martinelli e ho pensato che il corso fosse il primo passo per iniziarne poi il mio personale racconto”.

Quali nuovi orizzonti ti ha fornito ALMA? Cosa hai appreso?

“Alma mi ha aperto un orizzonte a 360° sul mondo del vino e dell’enogastronomia. Ho imparato la cosa più bella che potevo scoprire: che non si è mai arrivati, anche e sopratutto quando si è al top. L’umiltà degli incredibili docenti e dei grandi chef che popolano la Reggia ti insegna che nella vita ci sarà sempre spazio per migliorarsi” .

DilomateCosa ti è piaciuto di più?

“Le persone. Partendo da quelle che hanno condiviso i banchi con me: è nato un gruppo di amici in primis, oltre che una squadra di grandi professionisti. I docenti e tutto il personale presente in ALMA mi hanno insegnato cosa sia la Professionalità, con la “P” maiuscola, senza mai che questa scada nella presunzione e nella superbia.”

Hai incentrato la tesi sulla Vernaccia di Oristano? Ce ne parli?

“Un vino ribelle, la Vernaccia di Oristano, e in via di estinzione, un vino del cuore. Partendo dal presupposto che per andare avanti sia necessario essere consapevoli di quello che si ha dietro, il lavoro della tesi è stato un ripercorrere la fenomenologia della Vernaccia per arrivare poi ad ipotizzare gli scenari futuribili di un vino che parla sardo, spagnolo e fenicio. Mi sono innamorata della sua capacità di far cadere luoghi comuni legati ai vini bianchi, pensati sempre come qualcosa di leggero, fresco, delicato, da bersi nel giro di pochi anni. La Vernaccia arriva a compiere i 50 anni in una botte lasciata in balìa di sbalzi climatici, sole e vento riuscendo a mantenere l’agilità di una ragazzina, ma con l’esperienza e il carattere di un’anziana. Vorrei parlarvene per giorni, di questo miracolo della terra e dell’Uomo, di cui non restano che poche centinaia di ettari di vigneti e tremila anni di storia”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

“Fare istituire il proseguo del Master in Alma, per continuare ad imparare. Scherzi a parte, sicuramente cercherò un proseguo formativo, perché più approfondisco questo mondo più mi rendo conto che la vastità dei suoi confini si amplia, facendomi sentire sempre all’inizio. Camminando in montagna, ogni qualvolta arrivo in cima e mi sto riempendo gli occhi del panorama conquistato mi risuonano in testa le parole sagge di mio zio: “Sempre oltre la prossima vetta, Ele”. Mi impegnerò anche per trovare un’occupazione che mi permetta, attraverso il racconto del Vino e dell’enogastronomia, di appassionare gli ascoltatori e di fare conoscere i produttori e vignaioli, veri e propri custodi della terra e del genuino, in un mondo che mi sembra correre spesso troppo lontano dalle cose importanti, vere e di qualità”.

Dello stesso entusiastico parere anche alcuni dei suoi compagni:

11030913_1598896710391684_6469272874540284815_nGianluca Boninsegna, miglior Sommelier Veneto AIS 2015: “Alma mi ha dato la chiave di lettura del vino, o meglio mi ha spiegato il legame del terroir col vino e me ne sono talmente appassionato che ho impostato la mia tesi era sui cru della Valpolicella. Ora riesco a descrivere il vino partendo dal suo dna , dall’ossatura e grazie ad Alma ho imparato a comunicarlo  in modo semplice e emozionale, senza essere un professore ma un cultore del buon vino con una narrazione semplice ed efficace ma allo stesso tempo professionale e tecnica.”

CatturaAndrea Matteini Sommelier AIS, un piede nella gastronomia, l’altro nella comunicazione del vino: “Intendevo approfondire il mondo dell’enograstronomia e Alma è il giusto compromesso dato che nasce come scuola di cucina. Qui si respira eccellenza, non solo per la location da paura: la Reggia di Colorno, ma anche per la qualità degli insegnamenti e la quantità di contatti e relazioni. Ho appreso le basi vere per la “giusta” comunicazione del vino e grazie ad esse intendo portare avanti la strada della consulenza enogastronomica e il mio progetto #ohmywine.it, un magazine on-line che raccoglie le opinioni di sommelier ed enologi under 30, promuovendo eventi e informando i giovani appassionati, che da sempre sono la categoria che più è stata tralasciata dai produttori in questi anni.”

1507107_10204064210829570_8808257937488625741_nEnrico Fiorini, miglior Sommelier Veneto AIS 2014, direttore Tenuta San Martino, virgiliana guida nella trasmissione “Il mio amico Sommelier” motiva così la sua scelta: “Ho scelto il master perché nel mio lavoro (come in tutti) è fondamentale aggiornarsi e mantenersi al passo con i tempi. Poi c’è la passione.L o consiglierei perché è un ambiente dove la competenza dei docenti è di altissimo livello e come master rimane l’unico in grado di dare accesso diretto alla docenza AIS e agli ambienti del vino per chi vuole intraprendere una carriera nelle aziende del settore”.

Per info: www.alma.scuolacucina.it

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