Cinque Terre: vini, paesaggi, buon cibo

I terrazzamenti di Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, i centri storici e le loro irte viuzze, orti e giardini dai profumi inebrianti… una terra, anzi cinque, tutte da scoprire.

Monterosso
Monterosso

“Poca terra e tanto mare”, ecco come la gente della Liguria descrive la sua terra. Quella poca, è sassosa e impervia.
La mano dell’uomo qui è stata determinante, è diventata capolavoro di forza e tenacia, ma anche di passione per il vino e per l’ulivo.
I terrazzamenti – per il visitatore l’immagine istintiva della Liguria enologica – non hanno solo un grande impatto estetico. Hanno reso concreto e possibile il gesto enologico e riconoscibile il territorio ligure in tutto il mondo.
In questo contesto, le Cinque Terre sono una perla: vi si producono due Doc, Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà.

I terrazzamenti
I terrazzamenti

Alla ricerca del vino, il navigatore è puntato verso la splendida fascia collinare della provincia di La Spezia, che include Riomaggiore, Vernazza e Monterosso, oltre che Tramonti di Biassa e Tramonti di Campiglia.
L’uvaggio tipico qui è composto da Bosco, Albarola e Vermentino, in percentuali variabili insieme ad altri vitigni autorizzati della zona. Il Cinque Terre Doc è un bianco secco, intenso e fine, con una caratteristica sapidità che si amalgama benissimo con la cucina locale, oltre che con i famosi mitili di La Spezia e con le acciughe.
Il tipo Sciacchetrà, è forse ancora più conosciuto del suo “parente secco”: una vera chicca. Un vino passito che punta sugli stessi vitigni e che prevede un parziale appassimento delle uve. Si ottiene un nettare che è tutt’uno col territorio, ha una bella vivacità e intensità aromatica, caratteristico profumo di miele, bella struttura e finale tipicamente ammandorlato. Acquistatelo e gustatelo in zona, abbinandolo con i dolcetti che non mancheranno di deliziarvi: pandolce genovese, i famosi canestrelli e il castagnaccio.
Servito alla giusta temperatura (mai troppo alta) è anche egregio fine pasto o pausa “da meditazione”, magari spaziando con lo sguardo tra montagna (una catena montuosa che raggiunge gli 800 metri) e mare, in uno dei borghi suggestivi che compongono questo puzzle.

Il basilico ligure che profuma di... Pigato
Il basilico ligure che profuma di… Pigato

Cinque Terre è anche area marina protetta, Parco Nazionale e Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, fin dal 1997. Dai terrazzamenti e dai muretti a secco si può scendere attraverso sentieri che offrono scorci naturalistici di primaria bellezza. Passare da un paese all’altro è l’occasione per immergersi in un’autenticità senza tempo: arriviamo a Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Una ad una con i panorami, gli odori, l’enogastronomia e le case colorate a ridosso del mare, meritano il viaggio, esattamente quanto un fine pasto merita lo Sciacchetrà. Camminare tra le viuzze e sfidare le pendenze dei piccoli centri storici significa, oltre che scoprirne le radici antiche (le prime attestazioni storiche risalgono all’ XI secolo), perdersi all’interno di orti e giardini, con i profumi mediterranei di limoni, pino e leccio, timo e ginestra. Nella stagione più calda, la costa accoglie con le sue baie e insenature, ed un carattere deciso che però riesce a tenersi al riparo dalla ruffianeria. Una delle spiagge più grandi è quella di Fegina, a Monterosso. Se non si è amanti del mare, tra birdwatching e camminate, escursioni che sazieranno la vista e visite alle meritevoli aziende vinicole della zona, avrete comunque una bella varietà di scelta.
A fine giornata, durante la cena, il consiglio è optare per un Pigato Doc, che ha profumi sorprendenti presi a piene mani dalla terra in cui nasce: spazio alle erbe aromatiche, al timo, al basilico. Di bella struttura, l’abbinamento è uno: trofie al pesto artigianale. E può creare dipendenza.

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