Famiglie dell’Amarone d’Arte: Sandro Boscaini dice la sua sulla sentenza

Ha rotto un silenzio stampa che durava dal 24 Ottobre, data in cui il Tribunale di Venezia, con sentenza numero 2283/2017, ha vietato l’uso del termine Amarone dalla denominazione “Famiglie dell’Amarone d’Arte“, nonchè l’utilizzo del logo e qualunque riferimento a disciplinari differenti da quello di produzione.

Il Consorzio della Valpolicella, che due anni fa aveva deciso di procedere per vie legali, si è dichiarato immediatamente soddisfatto dall’esito della sentenza definendola “una grande affermazione del territorio e della denominazione, che deve essere al centro del sistema di tutela promozione e valorizzazione dei vini di qualità”.

L’Associazione delle Famiglie, riservandosi di studiare più approfonditamente i dettagli, non ha ancora diramato nota stampa ufficiale.

La prima dichiarazione arriva, invece, da Sandro Boscaini, Presidente e Amministratore delegato di Masi Agricola, che afferma “La sentenza di primo grado c’è stata e ne prendiamo atto. Parlo a titolo personale, ma sicuro di interpretare anche gli altri miei colleghi dell’Associazione, nell’affermare che alla fine rimangono i fatti: siamo aziende storiche, dedite alla viticoltura e all’enologia di qualità, riconosciute dai critici, dalla stampa e dai consumatori in Italia e all’estero. Al di là del fatto formale di un bollino o di una denominazione sociale, rimaniamo quello che siamo con i nostri valori, consci della responsabilità che abbiamo, assieme ad altri produttori di Amarone Premium, del mantenimento della qualità, del prestigio e dell’alto posizionamento di uno dei più originali, tipici e significativi vini autenticamente italiani.
Sulla base di questi valori vorremmo trovare sintonia e collaborazione con il Consorzio per il bene del territorio e delle sue denominazioni“.

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