Birre, religioni e culture a confronto. Cronache di un business mistico.
Un percorso semplice nella sua realizzazione produttiva, ma carico di difficoltà nella sua distribuzione finale, poiché costretto ad attraversare una rotta di mercato che passa inevitabilmente dal proibizionismo dello stato islamico. Ava Zêr è osteggiata dalla legge severa di una religione che non permette la circolazione di alcol, sigarette e altra merce, nei territori protetti dal Califfato.
“ E’ una birra curda” – afferma Jasour Nujen – “ ma nessuno vuole rischiare di trasportarla in Kurdistan, per paura dei militanti jidhaisti”. Sebbene Ava Zêr sia stata accolta con entusiasmo al Festival della birra e del whisky di Stoccolma, il suo ideatore sente infrangere il sogno di una seppur flebile unità culturale, che poteva rinascere sotto l’egida di una buona birra.
Se la religione islamica blocca il traffico di qualsiasi prodotto alcolico, nel pub fiorentino Diorama si dedica una birra addirittura ad una Santa: la Beernardette. Tra sacro e profano, il business dalle nostre parti non guarda in faccia a nessuno e spilla persino una “santissima” brown ale che contiene il 5% di acqua di Lourdes. Daniele Bertelli, titolare del locale ammette che quest’idea mistica era nell’aria già da qualche anno, ma l’apparizione della Beernardette è avvenuta soltanto alla mezzanotte del giorno dell’Immacolata, in perfetta coincidenza celebrativa. Molto tostata, ha una leggera luppolatura americana a freddo (soprattutto simcoe), e una speziatura fatta con buccia di arancia dolce e pepe nero. Brassata presso il birrificio Badalà di Montemurlo (Po) è prodotta in 200 lt e disponibile anche in bottiglie da 50cl con tanto di rosario in dotazione. Per essere una giovane dell’800 ha un packaging iconografico davvero cool: l’etichetta la ritrae in posa estatica con simpatica dicitura “with 5% of Lourdes water”. Attendiamo i postumi miracolosi della degustazione.