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Vino e sostenibilità: è tempo di agire

Pillole di sostenibilità, se ne è parlato anche alla Milano Wine Week

Soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura“. É questo il grande mantra dei nostri tempi, ovunque si parla di sostenibilità e il mondo del vino non è da meno.

Anche durante la quinta edizione della Milano Wine Week se ne è discusso, in particolare con il convegno Equalitas – Pillole di Sostenibilità, tenutosi lo scorso 14 ottobre a Palazzo Bovara. In questa occasione cinque produttori si sono riuniti sotto l’importante certificazione di sostenibilità di Equalitas, hanno mostrato il frutto del lavoro delle loro aziende. Il messaggio più forte è stato quello che  la sostenibilità non è solo un concetto ambientale, ma riguarda anche gli aspetti economici, etici e sociali del termine.

Ogni azienda oltre a presentare un assaggio di una bottiglia della propria produzione, ha regalato anche una Pillola di Sostenibilità, tema centrale del convegno, andando a dimostrare in che modo la sostenibilità sia protagonista e compagna nelle produzioni di alta qualità nel quotidiano di ogni realtà.

Sostenibilità e vino sono anche al centro del convegno “Un calice di sostenibilità”

Le scorse settimane Vicenza ha ospitato l’evento “Vini buoni per la terra” organizzato dalla cantina sociale Vitevis sulla cultura green e le azioni concrete per la sostenibilità.

É la volta di Taranto dove, venerdì 28 ottobre, istituzioni, mondo della filiera vitivinicola si confronteranno sui temi caldi della sostenibilità e vino. Nel Salone degli Specchi del Palazzo Municipale, si tornerà infatti a parlare di futuro nel convegno “Un calice di sostenibilità”. L’evento co-organizzato da Cantine Lizzano, storica realtà cooperativa pugliese, e Diachem, azienda bergamasca produttrice di fitofarmaci e agronutrienti affronterà l’argomento in tutte le sue sfaccettature.

un calice di sostenibilità

“Siamo convinti che il futuro di un’attività legata alla “terra” come la nostra sia un capitolo nuovo da scrivere, seguendo regole incentrate sul rispetto della terra e della vite, sulla loro cura, lontane dal pensiero del loro sfruttamento intensivo o dell’uso di prodotti dannosi per il loro benessere e per quello del consumatore finale. Per questo abbiamo deciso di raccontare, nel convegno che stiamo organizzando, questa idea di futuro che abbiamo e che per noi è già presente“, afferma Rita Macripò, Presidente della storica realtà cooperativa pugliese Cantine Lizzano.

Il ruolo delle associazioni di categoria nell’affiancare gli imprenditori in questa congiuntura complessa è fondamentale. “Nella nostra Regione abbiamo l’esigenza di realizzare lavorazioni sempre più competitive, sostenibili e, nel contempo, di puntare maggiormente a nuovi mercati: obiettivi che si possono raggiungere sia migliorando processi e tecnologie che con grandi investimenti sul marketing. Questo facendo attenzione ai costi energetici, perché la produzione vinicola è basata su processi altamente energivori, e alla tutela dei vignaioli. I produttori di uve da vino vanno salvaguardati da bolle e meccanismi speculativi attraverso controlli su tutta la filiera”, afferma Luca Lazzàro, Presidente di Confagricoltura Puglia.

Sostenibilità va di pari passo con conoscenza e innovazione

Per fare sostenibilità sono indispensabili due ingredienti: conoscenza e innovazione. “In un contesto produttivo che sta cambiando, sia per oggettiva necessità di ridurre l’impatto ambientale delle produzioni, sia per andare incontro alle richieste dell’Unione Europea, che chiede all’agricoltura una svolta verde ancor più decisa di quella chiesta nel 2009, il trasferimento tecnologico assume un ruolo di primaria importanza per “scaricare a terra” l’innovazione portata dalla ricerca applicata”, afferma Maria De Angelis, Docente di Microbiologia Agraria Università degli Studi di Bari e Consigliere Fondazione AgriTech.

D’altronde, “L’agricoltura di oggi, e con essa la viticoltura, non può esimersi dall’applicare tecniche colturali evolute che consentano di abbandonare la chimica di vecchia concezione e di ragionare secondo nuovi canoni, con l’obiettivo di mantenere elevata la qualità delle produzioni riducendo al contempo l’impatto ambientale e i residui di fitofarmaci negli alimenti. In Puglia questa evoluzione è sostenuta sia dalle politiche regionali, sia dalla presenza di una nuova generazione di giovani imprenditori agricoli molto attenti alle tematiche ambientali, sia infine dall’elevata diffusione dell’agricoltura biologica. Ed è proprio dall’agricoltura biologica che stiamo mutuando nuove soluzioni meno impattanti per controllare malattie e parassiti”, sottolinea Nicola CristellaPresidente dell’Ordine degli Agronomi della provincia di Taranto.

“Le aziende dell’agrochimica ormai da anni stanno responsabilmente raccogliendo la sfida di un’agricoltura improntata al rispetto dell’ambiente, della biodiversità e della salute degli operatori e dei consumatori. In Diachem abbiamo ben chiara la necessità di affiancare il mondo agricolo in questa transizione verso un’agricoltura più green con soluzioni efficaci ma meno impattanti. E abbiamo l’ambizione di farlo anche creando un dialogo virtuoso fra mondo produttivo e dell’agrochimica, da una parte, e consumatori, dall’altra. Per spingere non solo sulla sostenibilità ambientale, ma anche su quella economica”, afferma Milena Crotti, Product Development and Communication specialist in Diachem.

 

 

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