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Politica agricola comune: la semplificazione piace alle associazioni

Politica agricola comune

Plaudono alla riforma della Politica agricola comune Cia, Coldiretti e Copagri. Confagricoltura propone una Pac orientata alla produttività

Il Consiglio dei ministri europei dell’agricoltura ha approvato la riforma della Politica agricola comune all’insegna della “semplificazione“, dopo settimane di proteste da parte dei coltivatori. La revisione del provvedimento in generale è stata accolta positivamente dalle associazioni che rappresentano il settore.

La proposta della Commissione Europea dovrebbe presumibilmente entrare in vigore alla fine della primavera. Passerà ora al vaglio della plenaria del Parlamento Europeo alla fine del prossimo mese di aprile. Lo prevede la procedura d’urgenza che la Commissione Agricoltura ha deciso di utilizzare per accelerare il più possibile l’iter legislativo del provvedimento.

Solo al termine di questi passaggi il testo sarà poi formalmente approvato dal Consiglio dell’UE e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

Cia: ok a semplificazione, giusto prezzo, aiuti di Stato

C’è soddisfazione da parte di Cia-Agricoltori Italiani dopo l’annuncio di Ursula von der Leyen alla conferenza stampa di conclusione dei lavori del Consiglio Ue.

E’ dunque positiva, per Cia, la sollecitazione del Consiglio europeo per una ricerca di soluzioni innovative in tema di semplificazione degli oneri amministrativi. Ma anche l’invito alla Commissione e al Consiglio affinché lavorino per rafforzare la posizione degli agricoltori lungo la filiera agroalimentare.

Cia coglie con favore i segnali dati sull’alleggerimento della pressione finanziaria sul mondo rurale, grazie all’estensione del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato.

Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori, “le dichiarazioni della von der Leyen sono sulla stessa linea di quelle rese agli Stati generali dell’Italia dalla premier Meloni, che ha ribadito la necessità di adattare la Politica agricola comune a un contesto in continua mutazione e l’urgenza di alleggerire gli agricoltori da una burocrazia divenuta, ormai, insostenibile”.

Per il presidente nazionale di Cia Cristiano Fini, “l’Europa ha compreso quanto sia importante un settore agricolo resiliente e sostenibile per la sicurezza alimentare dell’Unione. Si acceleri, ora, sull’approvazione da parte del Parlamento”.

Coldiretti: bene la semplificazione, ora la moratoria sui debiti

“Il via libera degli Stati membri alla proposta di semplificazione della Pac rappresenta una prima risposta importante alle richieste della Coldiretti a tutela delle imprese agricole. Deve ora seguire una moratoria sui debiti delle aziende”.

Lo afferma il presidente Ettore Prandini nel commentare l’approvazione da parte dei 27 Stati membri della revisione della Politica agricola comune. Il focus è sulla serie di misure di alleggerimento degli adempimenti burocratici delle quali andranno a beneficiare cinquecentomila piccoli agricoltori italiani.

Prandini ha avuto una serie di incontri istituzionali a Bruxelles in occasione del Consiglio. In precedenza l’organizzazione ha portato i coltivatori in piazza a Bruxelles ottenendo anche la proroga degli aiuti di stato, nell’ambito del quadro temporaneo per l’Ucraina. La misura è “necessaria per arrivare a una moratoria dei debiti per le imprese agricole colpite da aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli”.

“Un primo passo che va ora rafforzato con una semplificazione ancora più profonda di tutte le regole della Pac che gravano su tutte le aziende, a prescindere dalla loro dimensione. Si consideri che oggi”, rileva Coldiretti, “un agricoltore spende un terzo del suo tempo per riempire moduli e carte burocratiche”.

Copagri: confermato lo stop al 4% dei terreni a riposo

Grazie al via libera del Comitato Speciale Agricoltura-CSA alla proposta di revisione e semplificazione della PAC presentata dalla Commissione UE verranno ridotti gli oneri amministrativi a carico degli agricoltori.

Inoltre “si andrà nella direzione di garantire agli Stati Membri una maggiore flessibilità nell’applicazione delle misure previste dai Piani Strategici Nazionali, che potranno ora essere modificati due volte l’anno”.

Lo sottolinea il presidente Copagri, Tommaso Battista, a margine della riunione del CSA, l’organo che si occupa di preparare i lavori del Consiglio Agricoltura e Pesca dell’UE.

“Il testo approvato dal Consiglio UE, inoltre, introduce dei sensibili miglioramenti in merito ai rigidi vincoli ambientali cui sono sottoposti i produttori agricoli comunitari confermando, fra le altre cose, l’atteso rinvio per l’obbligo di lasciare il 4% dei terreni a riposo ed esentando le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli e dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità previsti dalla PAC”, aggiunge il presidente. Fa notare quindi che “le piccole aziende rappresentano il 65% circa dei beneficiari della PAC”.

“È chiaro che i problemi sul tavolo degli agricoltori restano molti: scarsa redditività, distribuzione del valore lungo la filiera e alti costi di produzione. Ma è indubbio che questa prima risposta delle istituzioni comunitarie rappresenti un passo avanti verso le legittime istanze delle migliaia di produttori agricoli che da mesi chiedono un rapido cambio di passo”, prosegue Battista. Ha ricordato inoltre che il settore Primario “paga lo scotto di problematiche ataviche che da tempo immemore ne frenano lo sviluppo”.

Confagricoltura: una Politica agricola comune orientata al mercato e alla produttività

“I sussidi della PAC dovrebbero prescindere dalle dimensioni aziendali, dovrebbero invece basarsi sul volume della produzione”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura in un’intervista ripresa dalla newsletter “Morning – Agriculture & Food” di Politico.

Giansanti ha ricordato come la riforma Fischler del 2003 sia stata probabilmente la più radicale nella storia della PAC. E’ stata quella che ha introdotto un regime di pagamento unico (RPU) e il disaccoppiamento del sostegno al reddito dalla produzione. Una misura questa, che aveva portato a un enorme eccesso di offerta in alcuni settori.

Il Presidente ha ribadito la necessità di pensare ad una PAC orientata al mercato e con pagamenti accoppiati, mentre l’attuale Politica Agricola Comune disincentiverebbe i produttori, destinando l’85% delle risorse economiche alla non produzione.

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