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Nizza Docg, presto il riconoscimento

Ci si crede già da anni (soprattutto i Produttori del Nizza) e adesso l’iter sta per concludersi. Probabilmente “avremo il Nizza Docg già dalla vendemmia 2014”

nizza docg
Fonte: www.viniastimonferrato.it, foto di G. Morra.

I lavori procedono e il Nizza viaggia verso il riconoscimento a Docg. L’iter per la nuova Docg è iniziato prima di Natale e sembra che siamo finalmente in dirittura d’arrivo. Riconoscere il Nizza Docg comporterà alcune conseguenze. La prima, la modifica al disciplinare della Barbera d’Asti Docg: attualmente, si legge nel testo del disciplinare, esiste la denominazione Barbera d’Asti superiore con la sottozona Nizza, in cui il vitigno Barbera deve essere presente nella misura minima del 90%. Con l’uscita della sottozona Nizza dal disciplinare della Barbera d’Asti, i 18 comuni del Sud Astigiano attorno alla città di Nizza Monferrato avranno finalmente un vino a loro strettamente riconducibile, con una ancora più forte identità territoriale e una sua autonomia identitaria.

“Avremo il Nizza Docg già dalla vendemmia 2014”. Ad annunciarlo è Filippo Mobrici, eletto da poche settimane al vertice del Consorzio di Tutela Vini d’Asti e del Monferrato. “Entro fine luglio – dice il presidente – il Comitato nazionale vini esaminerà la pratica del pubblico accertamento per il nuovo disciplinare del Nizza, dopodiché aspetteremo il via libera di Bruxelles. Senza creare illusioni, possiamo ben dire che la strada è ora tracciata per avere il nuovo disciplinare”.

L’idea – la cui paternità spetta ai Produttori del Nizza, associazione nata il 19 novembre 2002 – è di affermare un prodotto di eccellenza con un nome semplice e facile da ricordare, che rappresenti un territorio ben preciso, un legame unico e indissolubile.

Le principali novità introdotte nel disciplinare: il nuovo Nizza sarà 100% Barbera. Non è consentito l’arricchimento del grado alcolico. Nelle annate difficili non si produrrà Nizza. Inoltre nasce un Nizza riserva che deve essere affinato in cantina almeno 30 mesi (minimo 12 mesi in botti di legno). 

In numeri:

– 160 ettari

– 18 comuni

– 200 mila bottiglie

– 44 aziende vitivinicole

– 46% di export (Germania, Svizzera, Olanda, Usa, Cina, Danimarca)

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