Successo che non sembra ripetersi negli altri Paesi Bric.
I grandi successi ottenuti in terra cinese non si sono registrati, purtroppo, in altri paesi; come la Russia, che ha visto primeggiare la Spagna con una crescita superiore al 15%, o il Brasile, dove i cileni – forti anche degli accordi di libero scambio che riguardano gli Stati aderenti al Mercosur – hanno consolidato la propria leadership nelle importazioni di vini attraverso un aumento del 14%. Stando all’analisi delle quote di import dei Paesi Bric, mentre nel 2016 la Cina ha conosciuto una crescita nei valori di import superiore al 16% rispetto all’anno precedente, la Russia appare ancora sofferente, quasi sul filo dell'”invarianza”. Risultati altalenanti per il Brasile, che ha chiuso l’anno con un leggero segno negativo a valore (-3%) ma in crescita sul fronte dei volumi (+12%), alla luce di un calo nelle importazioni di vini di fascia premium (in particolare lo Champagne, il cui import è diminuito di oltre il 40% in quantità solo nell’ultimo anno, ma quasi del 70% rispetto a cinque anni fa). A ciò si aggiunge la situazione dell’India, che continua a rimanere un mercato «marginale», con meno di 20 milioni di euro di vino importato (corrispondenti a poco più di 41 mila ettolitri).
Tuttavia, conclude l’analisi, “le prospettive per i Bric per il 2017 dovrebbero essere positive per la ripresa nei prezzi delle commodity (petrolio ma anche minerali e derrate agricole) e un rafforzamento delle valute”.