Ce lo racconta il Presidente della Cantina Produttori Nebbiolo di Carema, Viviano Gassino.
A nord del Piemonte, al confine con la Valle d’Aosta, c’è una zona vitivinicola che preserva un fascino unico, quasi
“Un tempo gli ettari vitati erano molti di più – racconta il presidente della Cantina Viviano Gassino – ci sono testimonianze dei primi del ‘900 che parlano di 120 ettari di superficie a vigneto in questa zona. Poi con le guerre e il boom industriale molti hanno preferito dedicarsi ad attività più remunerative. Ancora oggi il ricambio generazionale è per noi un problema. Tutti, ad eccezione dei pensionati, facciamo viticoltura part time: questa zona è così ricca di storia e di potenzialità espressive che sarebbe un peccato perdere questo patrimonio enologico”. La Doc Carema è nata nel 1967 (è stata la prima Doc rossa della provincia di Torino) e gran parte del merito va proprio alla cantina sociale, nata nel 1960 dall’impegno di dieci soci.
Spiega Gassino: “Inizialmente il vino veniva vinificato da ogni singolo conferitore e poi passato nella primavera successiva alla nostra cantina per l’affinamento, che doveva essere di minimo quattro anni. Poi ci sono state numerose modifiche al disciplinare, fino alle ultime del 2010: oggi il Carema esiste in versione base e riserva, due anni di invecchiamento il primo e tre il secondo, di cui una parte obbligatoriamente in botte grande di rovere o castagno”. “Si tratta di un vino unico – continua – con un colore tendente al granato, una belle mineralità, profumi caratteristici, eleganza e longevità”. L’assaggio conferma tutto quanto è stato detto. L’ultima piacevole sorpresa riguarda l’acquisto: da una viticoltura come questa, quasi eroica, e abituati ai prezzi di altri tipi di vino a base Nebbiolo, ci si aspetterebbe una cifra proibitiva. Niente del genere invece: il rapporto qualità prezzo è assolutamente eccellente e con una decina di euro (allo shop della Cantina Produttori) potrete portarvi a casa una bottiglia di ottimo Carema.