Volcanic Wines e il senso del territorio nel bicchiere

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Capire un vino attraverso il suolo è possibile? Sì, se la mano del produttore lo permette.

Prima era Vulcania, format creato dal Consorzio del Soave con lo scopo di promuovere i vini da suolo magmatico. Adesso è diventato Volcanic Wines, un brand collettivo, presentato per la prima volta con una manifestazione itinerante tra le città di Pitigliano, Montefiascone e Orvieto, appartenenti al complesso vulcanico dei Monti Vulsini, insieme alla sinergia del Consorzio Bianco di Pitigliano e Sovana, del Consorzio di Tutela dei Vini di Orvieto e l’Enoteca Provinciale della Tuscia. Tre giorni, dal 4 al 6 luglio, tra degustazioni tecniche, convegni, visite in azienda e banchi di assaggio, per iniziare a tracciare un percorso di conoscenza sui vini provenienti da territori diversi ma accomunati dall’origine vulcanica. L’organizzazione, che ha ospitato circa 15 giornalisti del settore, è stata affidata a Carlo Zucchetti, da anni attivo nella promozione enogastronomica della Tuscia.

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La degustazione
Circa 200 i vini presenti ai banchi di assaggio, provenienti da nord a sud: Lessini Durello, Gambellara, Colli Euganei, Bianco di Pitigliano e Sovana, Orvieto, Tuscia, Frascati, Sardegna, Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio, Eolie ed Etna. Con questa varietà diventa difficile trovare un comune denominatore netto, non solo per le differenze varietali ma anche per la diversità insita dei terreni vulcanici (non solo tufo, ma anche stratificazioni sedimentarie di sabbie, calcarei e sostanze organiche). Altra variabile importante è lo stile produttivo, specialmente in cantina, soprattutto quando la criomacerazione è una pratica abbastanza comune con i bianchi e quando siamo in presenza di lieviti selezionati. Quindi, può un terreno vulcanico diventare un marcatore distintivo di un vino? La risposta non può esser che dipende, in primis, dalla mano del produttore e dalla capacità che ha di assecondare delle determinate caratteristiche territoriali. Qui di seguito, i vini che meglio esprimevano questo concetto.
Le Mandolare – Soave Classico Doc Monte Sella 2011. Mela verde, pesca, in bocca asciutto e dritto.

Villa Mattielli – Soave Classico Doc Campolungo 213. Al naso la Garganega dona le sue caratteristiche classiche di mela verde arricchite da un sentore sulfureo e di pietra focaia. In bocca e pieno e fine.

Bellaguardia – Lessini Durello Doc Spumante Metodo Classico Brut. L’affinamento per 48 mesi sui lieviti riesce a donare alla Durella un discreto un discreto corpo. Minerale e iodato, ha una beva facile e fresca.

Menti Vini – Gambellara Classico Doc Rivalonga 2012. Uno dei pochi vini con uno spettro olfattivo non sfacciato, che si fa scoprire, per venire fuori con la delicatezza della mela verde e dell’erba tagliata. In bocca prevale una buona sapidità.

Sergio Mottura – Grechetto Igt Poggio della Costa 2012. Uno dei bianchi del centro Italia più interessanti, presenta un naso non troppo spinto, delicato, floreale e mandorlato. In bocca la spinta acida si fa sentire con maggiore carattere, finale leggermente amarognolo.

Cantina Trappolini¬ – Procanico Igt Lazio Bianco 2013. Un produttore che crede in questo vitigno, vinificandolo in purezza. Fiori bianchi, pietra bagnata e grande freschezza.

Sassotondo – Ciliegiolo Igt Maremma Toscana San Lorenzo 2010. La marasca e i piccoli frutti rossi emerge come segno distintivo di questo vitigno. A 4 anni dalla vendemmia il legno non è ancora perfettamente amalgamato, ma si farà.

Palazzone – Orvieto Classico Superiore Campo del Guardiano 2012. Giovanissimo, perché meno di 2 anni per questo grande bianco di estrema longevità sono davvero troppo pochi, ma comunque presenta già struttura, note di frutta gialla matura e un’acidità ancora molto marcata.

Barberani –Orvieto Classico Superiore Doc Luigi e Giovanna 2011. Opulento e strutturato, miele di tiglio, agrumi, pietra focaia. Ancora in bocca il legno si sente ancora un po’ ma senza fastidio, bello il finale leggermente sapido.

Agricola Sorrentino – Lacryma Christi del Vesuvio Doc Bianco Vigna Lapillo 2013. Naso mediterraneo, di capperi, iodio e agrumi. In bocca ha un assetto verticale e composto, ricco di salinità.

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