Vino: “Il freno tirato della burocrazia”

Intervista al nuovo direttore nazionale di Cia, Dino Scanavino, vivaista e piccolo produttore di vino

[dropcap]D[/dropcap]ino Scanavino, il nuovo presidente nazionale di Cia – Confederazione Italiana Agricoltori – di enologico non ha solo un richiamo nel nome. Scanavino è infatti vivaista nel settore viticolo e piccolo produttore di vino. Per questo la sua sensibilità al tema vitivinicolo è il passo giusto nella direzione del futuro del comparto, un settore che Scanavino considera di capitale importanza per l’agricoltura italiana ed europea anche se, difetto tutto italiano, soffre “il freno tirato della burocrazia“.

Confederazione Italiana Agricoltori
Confederazione Italiana Agricoltori

Presidente, come procede l’insediamento?
Bene, c’è molto da fare. Quando si entra in un posto di così alta responsabilità si vuole sempre capire bene le cose che si hanno intorno. Inoltre è già iniziato il dialogo con il Ministro dell’Agricoltura e dal Ministro del Lavoro.

Quella di quest’anno è la prima governance della Cia non mista: cioè non più composta da agricoltori e funzionari confederali, ma tutta di agricoltori, una bella novità?
Esatto, tutti i presidenti provinciali, regionali (e il nazionale) sono ora agricoltori. L’autoriforma ha portato a dividere in modo netto la gestione, dalla rappresentanza, affidando alla gestione il compito di supportare la rappresentanza. Una novità che non è da leggere come un ritardo, ma come una normalizzazione con qualche elemento di innovazione che altri – avendo proceduto in questo senso tempo addietro – non si possono permettere.

Quali gli obiettivi del suo mandato?
A livello interno lo scopo principale è avere ben definita l’agenda politica dei prossimi 18 mesi. Poi abbiamo le elezioni europee, e sappiamo tutti quanto l’agricoltura sia importante per l’Europa. Ma anche le elezioni amministrative italiane non sono da meno: ci rivolgeremo ai candidati sindaci con la nostra Carta di Matera – che riguarda urbanistica, consumo del suolo, riuso dei fabbricati dismessi – aggiornandola con i più recenti temi dell’intervento idrogeologico, e la drammatica situazione dei predatori ungulati selvatici che stanno distruggendo greggi e coltivazioni.

Vino: quali prospettive?
Con Agrinsieme abbiamo presentato alle commissioni agricoltura di Camera e Senato una proposta di “codice unico della vite e del vino”, elemento di semplificazione potentissimo rispetto ad un settore che dà buone soddisfazioni ma ha il freno tirato la burocrazia. Per quanto riguarda invece la politica agricola comunitaria dobbiamo lavorare sul tema dell’iscrizione dei vigneti a superfice che può ottenere i premi disaccoppiati, fino ad oggi non assegnati alla viticoltura e alla frutticoltura.

Dino Scanavino
Dino Scanavino, foto “Agricultura.it”

Come commenta gli ultimi dati dell’Export di vino, secondo i quali aumenta il fatturato ma cala la quantità?
I volumi sono importanti. Volumi significano lavoro e sviluppo, ma nel vino possiamo fare qualche distinguo. I francesi vendevano di solito il vino ad un prezzo 3/4 volte più caro del nostro, ora ci stiamo avvicinando a loro. Anche in Cina, se si osservano gli ultimi dati, non è vero che l’Italia è lenta e la Francia va forte: tutte le fette di mercato quadagnate vengono sottratte alla Francia: poi i prezzi parlano chiaro, anche se siamo rimasti a 4,5 euro, i francesi sono a 5,20, quindi non c’è più una differenza abissale.

Qual è, ad oggi, l’urgenza del comparto vitivinicolo?
Sono convinto che per il vino sia fondamentale strutturare la filiera. Abbiamo alcuni validi esempi, come lo spumante (Asti ma anche Prosecco), la cui filiera grazie alle condizioni di negoziazione al suo interno, e per mezzo di accordi inter-professionali, si è garantita una equilibrata ripartizione del valore al suo interno, dal produttore d’uva al distributore. Dobbiamo fare questo su tutto il comparto del vino italiano, realizzando una rete nella quale nessuno lavori sottocosto. Cooperazione, aggregazione e rete d’impresa sono l’incentivo a strutturare le filiere, e sta lì sta il segreto di tutti i settori.

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