VINI NATURALI, RIPARTIAMO DAI “VINI UMANI”

Un manifesto che arriva dalla Sicilia.


Un messaggio chiaro ed importante arriva dal manifesto “Vini Umani”, su idea del produttore siciliano Salvo Foti, condivisa da molti altri anche oltre isola, con lo scopo di sottolineare la centralità dell’uomo nel mondo del vino. Non a caso il marchio del “movimento” di pensiero raffigura le mani, simbolo del lavoro dell’uomo. Un’esaltazione del legame tra il vino e chi lo produce, nel rispetto del consumatore, della natura e del territorio, quali aspetti fortemente connessi con la componente umana. Insomma valori universali, largamente condivisibili.

Secondo Salvo Foti “la vite è la più umana delle piante, possiamo dire che ha avuto una co-evoluzione con l’uomo di 7mila anni fa”. Egli ama raccontare come l’alberello Etneo spinge il suo apparato radicale negli strati più profondi, più minerali del terreno, cerca la sua verticalità tendendo le sue foglie ed i germogli della vite verso il cielo. Questo è il mondo de “I Vigneri”, un consorzio che unisce più produttori (Federico Graziani ed I Custodi sull’Etna, Salvatore Ferrandes a Pantelleria, Tenuta di Castellaro a Lipari, Manenti a Vittoria, Daino a Caltagirone e Savino a Noto) accomunati dalla coltivazione ad alberello, dal concetto di territorialità, dall’uso dei vitigni autoctoni, e dal rispetto dell’ambiente, ripercorrendo la “Maestranza dei Vigneri” con l’obiettivo di trasferire alle generazioni future la propria conoscenza sorta a Catania nel 1435.


Foti ha iniziato a imbottigliare nel 2001 nel suo vigneto di Carricante in frazione Caselle, nucleo iniziale della cittadina di Milo. Le viti crescono su pali di castagno (albero tipico della Montagna); egli stesso ci ricorda che “la vite è una liana” ed il suo primo nemico è l’ombra. L’impostazione del vigneto è, invece, secondo un antico schema romano, quello del quinconce, grazie al quale esso risulta simmetrico a prescindere dalla conformazione del terreno. Da qualsiasi punto si osservino, i filari sono in linea retta, in una straordinaria armonia: è una scelta faticosa dato che si tratta di un sistema di viticoltura molto costoso in termini di energie e risorse economiche. Il lavoro, infatti, è meccanizzabile solo in minima parte; fra queste viti vi è una distanza di circa 1,10 mt., ed i Vigneri riescono a intervenire solo con una piccola motozappa in certe zone più piane e senza strumenti meccanici nel resto del vigneto. Ma Foti ricorda le parole di suo nonno al riguardo: “Attorno alla vite deve poter volare l’ape”. Ultime pillole di saggezza: “L’ingrediente migliore di un vino rimarrà sempre l’onestà di chi la produce”; “Io ho l’enologo più bravo dell’universo: il mio enologo è Dio”.

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