Più di un milione di tonnellate il cibo e vino invenduto in Italia

I dati presentati da Coldiretti sono sbalorditivi. Da inizio pandemia, la quantità di cibo e vino invenduto in Italia tocca cifra 1,1 milioni di tonnellate. E le nuove misure stabilite dal decreto Pasqua e Aprile di certo non aiutano.

I numeri di Coldiretti: 220 milioni di bottiglie di vino invenduto

Focalizzandosi sul settore enologico, il numero di bottiglie di vino invendute da inizio pandemia tocca cifra 220 milioni. Un tema su cui si è tornati più volte nel corso dell’ultimo anno e per il quale si è cercato di porre rimedio, ad esempio, con la distillazione di crisi. Una misura che, però, numerosi tra produttori e consorzi hanno dimostrato di non apprezzare.

Al vino va ad aggiungersi il cibo. “Si stima – continua Coldiretti – che 330mila tonnellate di carne bovina e 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali. Locali costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. Numeri dietro i quali ci sono decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori”.

vino invenduto

“Nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolti circa 360mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi nella Penisola. Ma le difficoltà si trasferiscono a cascata sulle 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera, impegnate a garantire le forniture. Per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi. Pari al 25% del Pil nazionale. Ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale”.

La Gdo supera l’Horeca. È la prima volta

“Il mercato interno nel 2020 ha perso un quarto del proprio valore, mentre gli ordini globali dell’horeca internazionale nello stesso periodo hanno accusato una contrazione di oltre il 50%”. Parole di Ernesto Abbona, presidente di Uiv, intervenuto alla presentazione di Vinitaly Special Edition.

Secondo l’Osservatorio Uiv, “l’anno del Covid, se da una parte ha evidenziato una fortissima disparità nelle performance delle realtà aziendali, dall’altra ha segnato storici cambiamenti nei canali di vendita. Per la prima volta, infatti, i volumi degli acquisti in Gdo hanno superato quelli dell’horeca.” I dati riportati da Uiv dimostrano che, in generale, nel Belpaese il calo a valore degli ordini è stato:

  • -38% della ristorazione
  • -23% delle enoteche
  • – 19% della vendita diretta

Numeri che solo parzialmente sono stati compensati dalla Gdo (+12%). Per un saldo negativo alla vendita di oltre 3 miliardi di euro.

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Pasqua e aprile senza zone gialle, sale il numero di cibo e vino invenduto

La nuova stretta di Aprile, che prevede nella nostra penisola solo zone rosse e arancioni – e di conseguenza la chiusura dei ristoranti – pesa sui dati di cibo e vino invenduto, che continuano a crescere. Una flebile speranza a cui appigliarsi in realtà c’è. Nel decreto, in vigore dal 7 al 30 aprile, il comma 2 articolo 1 riporta che in caso di contenimento del contagio e rispetto dei tempi di vaccinazione, un singolo territorio potrebbe procedere con un allentamento delle misure. E, di conseguenza, a un graduale ritorno al ristorante, almeno a pranzo.

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