Tutti i “Benemeriti della Vitivinicoltura” premiati al Vinitaly

Tra i designati spicca il toscano Carlo Mazzerbo: direttore della casa di reclusione di Gorgona Isola

[dropcap]C[/dropcap]ome ogni anno al Vinitaly si è consegnato il Premio Cangrande ai personaggi di spicco del mondo della viticoltura che si sono distinti per l’amore e la passione per il loro lavoro e le attività svolte nel settore del vino.

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Vinitaly 2014

Così l’albo d’oro dei “Benemeriti della Vitivinicoltura” si è arricchito di nuovi nomi, con la consegna, nel giorno dell’inaugurazione della Fiera, di quel riconoscimento che dal 1973 premia i grandi interpreti del mondo enologico italiano, scelti su indicazione degli Assessorati regionali all’Agricoltura, che segnalano quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.

Per il 48° Vinitaly, le insegne di Cangrande sono state attribuite a: Emidio Pepe (Abruzzo); Michele Laluce (Basilicata); Massimiliano Capoano (Calabria); Elda Maddalena (Campania); Paolo Francesconi (Emilia-Romagna); Edi Kante (Friuli Venezia Giulia); Marco Carpineti (Lazio); Emanuela Biffi (Liguria); Claudio Introini (Lombardia); Mario Di Ruscio (Marche); Luigi Savini (Molise); Giovanni Battista Marchisio (Piemonte); Giuseppe Di Maria (Puglia); Martino Demuro (Sardegna); Flora Mondello (Sicilia); Carlo Mazzerbo (Toscana); Wilhelm Stürz (Trentino-Alto Adige, Bolzano); Elvio Fronza (Trentino-Alto Adige, Trento); Enzo Barbi (Umbria); Marco Martin (Valle d’Aosta); Ircano De Lucca (Veneto).

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Carlo Mazzerbo

Tra i vari nominati, spicca quello designato dall’assessore all’agricoltura della Regione Toscana: il direttore della casa di reclusione di Gorgona Isola, Carlo Mazzerbo. Mazzerbo si è infatti impegnato nello sviluppo della viticoltura tra le molteplici attività agricole che vengono svolte dalla casa di reclusione a Gorgona. L’ attività, che è in corso da diversi anni sull’isola è stata resa possibile grazie alla disponibilità dell’amministrazione penitenziaria e al coinvolgimento del personale e dei detenuti con risultati assai lusinghieri. Il recente vino Igt Toscana “Gorgona” ha dimostrato infatti l’importanza ed il successo di questa iniziativa che assume il significato di una “buona pratica” e potrebbe essere ripetuta anche in altri contesti.

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