Torna a vivere il vigneto nella Reggia di Caserta

In pochi anni sarà possibile degustare il primo bicchiere del vino Reggia di Caserta frutto del Bosco di San Silvestro.

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Alla Reggia di Caserta riprenderà vita l’antica vigna borbonica nei due ettari del bosco di San Silvestro. On line sul sito www.reggiadicaserta.beniculturali.it l’avviso di manifestazione di interesse rivolto agli imprenditori del settore di tutta Europa. Entro 5-6 anni dal reimpianto della vigna, si potrà bere il primo bicchiere del vino “Reggia di Caserta”.

Il canone per la concessione di 15 anni, che sarà deciso in seguito, è stimabile in 2.000 euro mensili, da corrispondere a partire dal terzo anno, oltre alle royalties sulla vendita del vitigno autoctono Pallagrello (o pallarello, per via della forma perfettamente sferica degli acini), nero e bianco, un tempo chiamato Piedimonte ed oggi incluso nel disciplinare Igp “Terre del Volturno”. I grappoli cilindrici (quello del bianco è anche alato) sono di piccole dimensioni, così come gli acini. Il nero, maturo a metà ottobre, dà un vino d’elevata gradazione alcolica, ricco di colore e di sentori fruttati e speziati, mentre il bianco, maturo verso metà settembre, offre un vino prodigo di sentori di mela, ananas e vaniglia, anch’esso piuttosto alcolico.

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Il re Ferdinando IV era così geloso dei suoi 28 moggi di vigna a Piedimonte Matese da imporre il divieto assoluto di attraversamento ai non autorizzati. “I vini di questa contrada sono eccellenti così bianchi come rossi, e sono de’ migliori del Regno così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli, e sono stimatissimi ne’ pranzi”. Così si legge in un dizionario geografico del 1759 che celebrava i fasti del pallagrello, di probabile origine greca. Le epidemie di fillossera agli inizi del Novecento e la seconda guerra mondiale decretarono l’inesorabile declino del vitigno.

Il Bosco di San Silvestro rientra in un’area naturale di 76 ettari protetta dal WWF, attigua alla Grande Cascata le cui acque alimentano le splendide fontane del parco del complesso monumentale vanvitelliano, sulle colline di Montemaiulo e Montebriano. Il nuovo progetto relativo al reimpianto della Vigna di San Silvestro fa seguito al recente ripristino del frutteto borbonico comprendente agrumi, albicocchi, fichi e meli. Infatti, proprio traducendo il recupero dell’antico paesaggio agrario in un valore culturale, turistico ed economico, va sempre più rafforzandosi il legame fra il monumento, la sua storia ed il tessuto socio-economico in cui è inserito, in linea con gli obiettivi del direttore Mario Felicori.

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