Stefania Sandrelli e Acino d’Oro

Stefania Sandrelli: ecco come nasce Acino d’Oro. Era un sera del 1994…

Credit foto: Photo by Andrea Pancino/Courtesy of Saverio Ferragina
Credit foto: Photo by Andrea Pancino/Courtesy of Saverio Ferragina

Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati e Sandro Bottega, attrice di successo lei, regista l’uno (figlio del Soldati scrittore e regista) e distillatore l’altro, legati dall’amicizia e da un progetto comune, nato nel 1994, che oggi porta il nome di “Acino d’Oro”. Un Chianti Classico Docg, che porta la firma di tutti e tre. Nel 2005 nasce anche Acino d’Oro Riserva, affinato per 24 mesi in parte in botti di rovere di Slavonia e in parte in piccoli tonneaux di rovere di Nevers, Tronçais e Allier. Stefania Sandrelli, parlando di vino, parafrasa spesso le parole di Mario Soldati: “Il vino: poesia della terra”.

Come nasce Acino d’Oro, il vino che porta la sua firma, quella di Sandro Bottega e di Giovanni Soldati?
“Come 4 amici, al bar era una sera calda e stellata, stavamo cenando in Toscana: Sandro Bottega, nostro caro amico, Giovanni Soldati ed io che mi trovavo a Radda in Chianti per il film di Bernardo Bertolucci Io ballo da sola. Durante questa magica cena, Sandro ci chiese se eravamo interessati a partecipare alla produzione di un vino rosso, visto che a lui – noto produttore di vini e distillati – mancava, e noi accettammo con entusiasmo”.

Cos’è per lei il vino?
“É un sostegno prezioso che accompagna e condivide il cibo, una delle cose più importanti della vita”.

Perché la scelta è ricaduta proprio sul Chianti Classico?
“Io sono toscana, la sera che abbiamo sugellato il patto eravamo in Toscana e perché il Chianti Classico è per me uno dei vini rossi più gradevoli”.

Perché, a suo avviso, sono molti i personaggi che, pur proveniendo da mondi diversi (calcio, moda, industria, spettacolo), si dedicano alla produzione enologica?
“Il nostro è un lavoro totalizzante ma che lascia anche degli spazi liberi. Credo che occuparsi dei prodotti della terra liberi la creatività e lo stupore”.

Nella foto: Stefania Sandrelli, Sandro Bottega Photo by Andrea Pancino/Courtesy of Saverio Ferragina
Nella foto: Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati e Sandro Bottega
Photo by Andrea Pancino/Courtesy of Saverio Ferragina

Un pregio e un difetto del mondo del vino?
“Solo il pregio e il privilegio di fare bene le cose”.

Se Stefania Sandrelli fosse un vino sarebbe…
“Un Chianti Classico Docg”.

Vino e spettacolo: possono due mondi così diversi insegnare l’uno qualcosa all’altro?
“Entrambi dovrebbero orientarsi verso òa qualità, che indurrebbe in entrambi i campi a trovare la giusta misura e la giusta armonia tra le cose”.

Ha un ricordo particolarmente bello legato ad un bicchiere di buon vino?
“Tanti, di condivisione, di gioia, di festa!”

La Sandrelli attrice ha un sogno nel cassetto? E la Sandrelli produttrice di vino?
“Come attrice, ho fortunatamente ancora tantissimi sogni nel cassetto; come produttore di vino vorrei riuscire ad avere più tempo da dedicare alla magia della produzione, alla vendemmia, visitare le vigne, partecipare agli assaggi e avere l’occasione di vivere di più la campagna. Che io adoro”.

Altre info: saverioferragina.com/stefania-sandrelli.html

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