Sherry, la degustazione al VinInternational

Panoramica Sherry, degustazione 8 aprile 2014 ViniternationalIn occasione di Jerez Capitale Europea del Vino 2014 un viaggio tra le declinazioni dello Sherry

Andalusia: una regione densa di storia, arte e paesaggi mozzafiato, forgiata da innumerevoli culture che qui si sono incontrate e fuse come i due venti di ponente e levante la cui bilanciata alternanza matura a perfezione le uve di Palomino, Moscatel e Pedro Ximénes. Quale modo migliore per scoprirla che un viaggio sensoriale negli aromi del suo prodotto d’eccellenza: lo Sherry? Questo il progetto realizzato dalla Regione dell’Andalusia e dall’Ufficio Spagnolo del Turismo di Milano che nella giornata di ieri, martedì 8 aprile, si è tradotto in una degustazione di cinque tipologie di Sherry presso il padiglione di VinInternational. Si è partiti dal Fino, colore giallo paglierino carico con sentori di umami – ovvero il lievito, detto anche flor, sotto il cui livello permane per tre-cinque anni – e mandorla e una bocca dove si sprigionava anche una nota fresca, di finocchio. Il sommelier Jesús Delgado, che guidava la degustazione e ha prelevato i campioni direttamente dalla botte, ne ha proposto l’abbinamento col wasabi ad una temperatura fra i 6 e gli 8 gradi – ideale per ritemprarsi in uno dei trecento giorni annui in cui il sole brilla sull’Andalusia. L’Amontillado di colore ambrato, con profumi di uvetta, anacardi e un tocco balsamico, presentava al palato un buon corpo con finale di radice di liquirizia, e va servito attorno ai 16-22° C con zuppe e consommé, magari in una di quelle sere in cui il vento di ponente fresco e umido porta ristoro a questa terra bianchissima, l’albariza densa di calcare. Estrazione Sherry Fino, degustazione guidata Sherry VinInternational 8 aprile 2014L’Oloroso – che significa “aromatico” – possiede una tal fragranza che un tempo gli operai delle cantine usavano bagnarne il proprio fazzoletto come fosse un profumo. Qui al naso si orchestravano infatti come in un concerto da camera sentori di agrumi canditi, noce, cuoio mentre in bocca l’Oloroso ha rivelato tutta la sua corposità, che lo rende bene abbinabile alla carne. Il Cream – oggi molto diffuso specialmente fra i giovani come aperitivo con ghiaccio e una scorza d’arancia – colpiva invece per il colore ambrato molto scuro, profumi di albicocca secca e fico e una bocca rotonda e vellutata. Da ultimo, lo straordinario Pedro Ximénez, scuro e consistente come lo sciroppo, con una aromaticità da orchestra sinfonica dove alla nota principe della confettura e del frutto secco si alternavano le tonalità basse, da percussione, del cuoio, del caffè e del tabacco e la chiusura balsamica lieve e persistente. L’exploit al palato di fico secco e caramello è fra le attrattive maggiori che Jerez sa offrire al visitatore dell’Andalusia, la terra natale di questa sinfonia enologica.

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