Il Primitivo di Manduria vale 182 milioni di euro nel 2020

Il 2020 si chiude in modo positivo per il Primitivo di Manduria


Il Primitivo di Manduria nel 2020 vola alto, soprattutto all’estero: 21 milioni di litri di vino, 28 milioni di bottiglie ed un giro d’affari che si aggira attorno ai 182 milioni di euro.

primitivo di manduria 2020

A dispetto di crisi, pandemia e chiusura dei locali il Primitivo di Manduria nel 2020 chiude con un segno + rispetto al 2019.

+26% per la precisione.

Delle bottiglie totali oltre il 70% ha una destinazione estera.

Nel dettaglio le vendite sono così ripartite tra le tipologie prodotte: 

  • Primitivo di Manduria Doc 91.6%
  • Primitivo di Manduria Doc Riserva 7.9%
  • Primitivo di Manduria dolce naturale Docg 0.5%  

L’intervento del Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Mauro di Maggio in merito alle crescita nel 2020

Presidente del Primitivo di Manduria nel 2020

“Questa crescita è la dimostrazione che le nostre cantine puntano sulla nostra doc e che la passione dei consumatori non accenna a diminuire.

La nostra area vitivinicola sta cambiando pelle più rapidamente di altri grazie ad un’economia che sta crescendo e in grado di fare ulteriori salti di qualità.

A questi dati, che non ci sorprendono, si deve poi aggiungere il ricambio generazionale.

Ci sono molti giovani che si stanno affacciando in questo settore con la voglia di continuare il lavoro dei vecchi viticoltori e con competenze elevate e grande passione.

Il lavoro in campagna si sta trasformando; le nostre aziende, piccole e grandi, operano in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino fino all’enoturismo. 

Il 35% delle nostre cantine ha attirato le energie della nuova generazione, giovani appassionati di vino che hanno una preparazione cosmopolita”. 

A dispetto di una crisi gravissima e della chiusura dei ristoranti, il 2020 ha visto diverse denominazioni tentare un recupero sulle vendite export, soprattutto nell’ultima parte dell’anno.

Si è infatti registrata, soprattutto verso alcuni paesi, una vera e propria inversione di tendenza rispetto ai primi 10 mesi del 2020.

Per qualche denominazione (Brunello di Montalcino, Chianti, Chianti Classico) anche il 2021 sembra aprirsi con buoni auspici.

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