Restrizioni a Natale: ecco quali sono i rischi per il giro d’affari nel mondo enogastronomico

Natale è alle porte, il Dpcm ancora non si vede e le aziende sono in fervida attesa. Ecco quale scenario potrebbe prospettarsi.

5 miliardi: è questo l’importo che lo scorso anno è stato speso nel periodo natalizio per imbandire le maxi tavolate messe, giustamente, alla gogna dal Governo. L’allarme viene lanciato da un’analisi Coldiretti/Ixè e pone l’accento sui rischi che la riduzione dei commensali è destinata a produrre: taglio drastico per i consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci.

Il crollo delle spese di fine anno a tavola rischia di dare la stangata finale ad un settore estremamente colpito: l’intero 2020 è caratterizzato da un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro (elaborazioni Coldiretti su dati Ismea) raggiungendo il valore minimo degli ultimi 10 anni.

Nodo cruciale sarà rappresentato dalla riapertura delle regioni: il Natale senza spostamenti interregionali costa 4,1 miliardi solo per le mancate spese degli oltre 10 milioni di italiani che lo scorso anno sono andati in viaggio nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze.

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