Report AssoBirra: risultati eccellenti per il comparto birraio italiano

Michele Cason: “Il settore birrario si riconferma, un asset sempre più prezioso per l’Italia”

Come emerge dall’Annual Report di AssoBirra il 2019 in Italia si è chiuso all’insegna della forte crescita della birra, infatti, nel territorio italiano il comparto birrario ha registrato un aumento della produzione rispetto al 2018 (+5%), a cui è seguita una crescita dei consumi interni (+2,6%) e un boom dell’export (+13%).

Numeri da record che hanno incrementato anche il tasso di occupazione in Italia, con oltre 3300 posti di lavoro disponibili in più rispetto al 2018, generando un totale di oltre 144.000 occupati.

L’Italia è in 9^ paese europeo per la produzione di birra: nel 2019 da 16.421mila ettolitri si è passati a 17.247mila confermando un trend positivo che negli ultimi anni ha visto aumentare la produzione del 35%. L’incremento della produzione ha riguardato l’intero comparto. Compreso il ramo dei piccoli produttori che in Italia conta circa 850 strutture (per una crescita totale del +3,8% rispetto al 2018).

Record storico quello relativo ai consumi interni che hanno superato la quota dei 20milioni di ettolitri, segnando una crescita del 2,69% rispetto l’anno precedente con un diretto impatto anche sui consumi pro-capite giunti a 34,6 litri.

E ancora la crescita dell’export, +13%, i valori esportati si sono avvicinati ai 3,5 milioni di ettolitri, soprattutto verso i paesi dalla grande tradizione birraia: Australia, Usa e Regno Unito.

 

“Il 2019 ha confermato la crescente predilezione degli italiani per la birra che, anno dopo anno, assume un ruolo sempre più di rilievo nel panorama del beverage italiano e di conseguenza nell’economia nazionale” afferma Michele Cason, Presidente di AssoBirra. “Tuttavia, l’emergenza sanitaria da COVID-19 mette a rischio la sopravvivenza di molte realtà e le prospettive di crescita a medio termine dell’Italia (e non solo). Se tale situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con misure e strumenti non convenzionali, l’impatto sull’economia sarà rilevante. Quanto al nostro settore, siamo convinti che le potenzialità insite nella filiera dell’orzo, così come nella coltivazione del luppolo, meritino un’adeguata valorizzazione soprattutto a livello europeo di politica agricola comune (PAC). Prioritario è, inoltre, un potenziamento degli incentivi fiscali, a cominciare da una progressiva riduzione delle accise”, conclude Cason.

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