I portainnesti M sono la risposta alla siccità? Ecco i dati dello studio dell’Università di Milano

Frutto del lavoro congiunto tra vivaisti e Università di Milano, i portainnesti M stanno brillantemente superando le difficoltà di questa siccitosa estate 2022

Mentre il grande caldo e la siccità rendono complessi i lavori di vivaisti e vignaioli, i portainnesti M stanno dando ottimi risultati e stanno mostrando una resistenza alle estreme condizioni climatiche di questo 2022.

Cosa sono i portainnesti M?

Si tratta di particolari portainnesti nati da una ricerca dell’Università di Milano circa tre decenni fa che, oggi, possono mostrare i primi risultati. Quattro le tipologie in commercio: M1, M2, M3, M4. 

Tutti e quattro sono stati iscritti nel 2014 nel Registro nazionale delle varietà di vite e, oggi, i portainnesti M sono commercializzati in esclusiva dai Vivai Cooperativi Rauscedo. La società Winegraft, fondata nel 2014 da un gruppo di primarie aziende vitivinicole italiane per sostenere lo sviluppo della ricerca sulla nuova generazione di portainnesti, ha dato vita a 30 vigneti sperimentali, dai quali ora si raccolgono i primi risultati agronomici ed enologici.

Lo studio condotto negli ultimi anni

Allo studio del team di ricerca dell’Università di Milano ci sono i principali areali viticoli di Lombardia, Toscana e Sicilia in cui sono stati impiantati i portainnesti M di diversi  diversi vitigni (tra cui Chardonnay, Sangiovese e Cabernet s. e Nero d’Avola e Cabernet s.).

Tali portainnesti possiedono, ad oggi, oltre a un ampio angolo geotropico e ad un’ elevata densità degli apparati radicali, anche una fisiologia dell’uso della risorsa idrica completamente differente dai portainnesti tradizionali ritenuti tolleranti agli stress idrici. Contrariamente ai portainnesti tradizionali che hanno una rapida e precoce chiusura degli stomi per conservare l’acqua al loro interno, inducono la vite ad un uso attento dell’acqua, quasi parsimonioso, che consente di non interrompere l’attività fotosintetica anche in condizioni di stress elevato.

A rispondere al meglio allo stress idrico sono, in particolare modo, le tipologie M4 e M2, che ad oggi mostrano rispettivamente in Franciacorta e in Chianti Classico un’attività fotosintetica superiore del 35% e del 20% rispetto ai più comuni portainnesti. Anche l’M1 e l’M3, seppur più adatti a climi freschi, ad oggi stanno dando risposte più che soddisfacenti.

Le parole di Lucio Brancadoro docente e ricercatore della facoltà di Milano e del Prof. Attilio Scienza

“Chi ha impiantato le vigne con questi portainnesti di nuova generazione farà la differenza nella prossima vendemmia perché, a differenza degli altri, i vigneti che utilizzano i “portainnesti M” mostrano una miglior resilienza a condizioni di stress idrico grazie alla loro maggiore efficienza nell’uso dell’acqua. Riescono così a sostenere, anche in queste drammatiche condizioni climatiche, una discreta attività fotosintetica della pianta, che si traduce in sviluppo dell’uva evitando/limitando le perdite produttive e qualitative che si registrano in gran parte del vigneto Italia”.

“Il 100% dei vigneti impiantati su portainnesti M sta superando in maniera brillante questa eccezionale estate siccitosa con risultati qualiquantitativi eccellenti” ha affermato Attilio Scienza. Non a caso la diffusione è cresciuta del 300% dal 2020 ad oggi, con l’obiettivo 2025 di Vivai Rauscedo di arrivare a 1600 ha/anno di nuovi impianti con gli M.

Solo nell’ultimo triennio i Vivai Cooperativi Rauscedo hanno visto moltiplicato per tre lo sforzo produttivo raggiungendo 1,7 milioni di piante pronte per la prossima campagna 2022/2023.

Le parole di Marcello Lunelli, presidente di Winegraft

“Potremo, così, arrivare a coprire quasi il 25% della dote di nuovi impianti vitati annui permessa dal sistema autorizzativo e rafforzare la resilienza del sistema vitivinicolo. Climate change e spinta della sostenibilità con nuova attenzione verso la water footprint stanno abbattendo le resistenze culturali dei viticoltori verso i novi portainnesti. Ormai è chiaro come alla crisi idriche ricorrenti, quale quella di quest’anno che rischia di compromettere alle ultime battute la vendemmia 2022 in molte zone del Paese, si deve rispondere con efficienza e risparmio – conclude Marcello Lunelli – e, quando si parla di acqua in agricoltura la prima soluzione sta nella gestione idrica efficiente della pianta che in vigna significa Portainnesti M”, gli apparati radicali di ultima generazione frutto di una lunga attività di ricerca portata avanti dall’Università di Milano con il supporto di Winegraft, che consentono di risparmiare fino al 40% del consumo di acqua”.

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