Unaprol: l’Olio Siciliano vale 200 milioni

Vale 200 milioni di euro la ripresa del settore olivicolo dell’isola Sicula: tanto è il fatturato stimato quest’anno da Unaprol, il consorzio olivicolo italiano.

Un segnale importante quello del 2021 per l’olio siciliano che dopo un periodo abbastanza incerto vede ripartire il settore olivicolo. La previsione è di 40 mila tonnellate, cifra superiore a quella degli ultimi tre anni, basti pensare che secondo le stime dell’Ismea la produzione media della regione negli ultimi tre anni ha viaggiato sempre sui 34milioni di chili. Un business, quello di adesso risultato di una raccolta che, tra ottobre e dicembre, dovrebbe superare le 200mila tonnellate di olive, molite in 560 frantoi. Questo settore coinvolge circa 106mila produttori e 128mila ettari di uliveti. Ogni ettaro vale circa 6.100 euro per un’azienda.

“Nell’Isola il settore ha un fatturato che stimiamo tra i 200 e i 250 milioni di euro. Ma i fondi del Pnrr potrebbero migliorare le tecnologie di trasformazione dei frantoi, le strutture e il recupero del sottoprodotto di scarto, con cui generare biogas, rispettare l’ambiente e aumentare la produttività”. ha sottolineato David Granieri, presidente di Unaprol.

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Le previsioni per l’annata 2021.

Un appuntamento molto atteso quello della raccolta dell’olio siciliano. Si prevedono ottima qualità e ovviamente produzione in aumento.  In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni – sottolineano Coldiretti e Unaprol -, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di diverse iniziative. L’inizio della raccolta delle olive è un momento importante, dal punto di vista economico e sociale.

Non si parla però solo di questo, c’è da dire che la Sicilia vanta anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione (42 DOP e 7 IGP). Questo si traduce in un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.

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La nuova frontiera: l’olio biologico.

La Sicilia ha un grande patrimonio di biodiversità, un patrimonio inestimabile e in parte ancora inesplorato. Il territorio siculo si aggiudica il 16% delle superfici a coltivazione biologica d’Italia. Un bel traguardo che ha visto negli ultimi tre anni un aumento della richiesta che è cresciuta del 30%. Sono sempre più i consumatori più attenti e consapevoli verso il comparto del biologico quando si parla di alimentazione. E forse proprio questa consapevolezza ha portato ad una maggiore richiesta anche nel settore olivicolo.

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