Puntuali arrivano le stime di raccolta delle olive nel 2022 in Italia secondo CIA – Agricoltori Italiani. E i numeri non fanno ben sperare. Secondo l’associazione, infatti, è previsto un meno 30% in quantità rispetto al 2021 nel Sud Italia, in cui si trovano alcune tra le regioni dove si produce più olio d’oliva in Italia. I motivi? Sono da ricercare nella siccità particolarmente forte che ha colpito il nostro Paese quest’anno, ma non solo. Ecco i dettagli.
Stime raccolta olive 2022: i dettagli
Come sta accadendo per la vendemmia 2022 in Italia, anche l’olivicoltura si trova a fare i conti con un calo della quantità. “È un’annata difficile per l’olivicoltura italiana, con le alte temperatura e la siccità che rischiano di compromettere la prossima campagna” si legge in una nota riportata da Ansa.
Proprio il cambiamento climatico, la mancanza d’acqua e il grande caldo che ha interessato l’Italia quest’anno sono, dunque, tra i principali indiziati per la bassa resa di produzione degli olivi in Italia nel 2022.
“Il caldo anomalo nel periodo di fioritura a maggio e il deficit idrico nella fase di accrescimento a luglio hanno, infatti, creato le condizioni per un’annata molto sfavorevole per la produzione di olive – si legge ancora nella nota -. Col mix di caldo e siccità, la pianta si trova, dunque, costretta a sacrificare parte della sua produzione. E in alcuni casi sono già visibili frutti secchi, segno tangibile degli scompensi climatici. Ma anche quando le olive riescono ad accrescersi, lo stress idrico disidrata la polpa e ne compromette lo sviluppo, riducendo la formazione dell’olio”.
Produzione olio Italia 2022, non c’è solo il pericolo siccità
L’altro pericolo per gli olivicoltori è legato alle malattie dell’olivo. Un problema che da anni affligge i produttori e che, secondo CIA, potrebbe andare ad influire negativamente sulla quantità già compromessa.
“Ai problemi determinati dal clima, si aggiunge anche la minaccia incombente della mosca olearia, il parassita più preoccupante per gli uliveti italiani. In fase di pre-raccolta in autunno, il pericolo insetto potrebbe, infatti, danneggiare ulteriormente la quantità e la qualità delle produzioni” continua la nota.
Produzione olio d’oliva in Italia: il confronto con il 2021
Secondo le prime stime di raccolta delle olive 2022 di CIA Agircoltori Ialiani, il calo potrebbe essere “del 30% per il 2022-23 rispetto alla campagna precedente nelle principali regioni del Sud Italia (Puglia, Calabria, Sicilia e Campania)”.
Una diminuzione importante, tenendo conto che anche la scorsa annata non aveva regalato numeri altissimi. Le stime di produzione dell’olio 2021-2022, infatti, si aggiravano intorno a un +15% su un 2020 particolarmente difficile. Un risultato inferiore alle aspettative secondo Ismea Unaprol.
Basti pensare infatti che i numeri di produzione dell’olio in Italiasono dimezzati negli ultimi 30 anni. “Negli ultimi trent’anni – spiegano Coldiretti e Unaprol – l’Italia è passata da punte di 670 milioni di chili di olio prodotto tra il 1990 e il 1993 ad un potenziale produttivo massimo di appena 360 milioni di chili di olio tra il 2018 e il 2021” denunciava Coldiretti a fine ottobre dello scorso anno.
Produzione olive Italia: c’è bisogno di investimenti
Nonostante le tante difficoltà e la diminuzione delle rese, l’italia resta al secondo posto nella classifica dei Paesi maggiori produttori d’olio nel mondo. Ma c’è bisogno di contromisure.
“Secondo Cia, sono, dunque, necessari invasi e infrastrutture idriche moderne per l’olivicoltura. Oltre a una migliore gestione del suolo, con tecniche volte al contenimento delle perdite idriche. Il settore olivicolo italiano è attualmente uno dei protagonisti più importanti a livello internazionale” conclude la nota.
“Nell’ambito del bacino del Mediterraneo, dove si concentra oltre il 75% della produzione mondiale di olive, l’Italia, insieme alla Spagna, alla Tunisia e alla Grecia gioca un ruolo fondamentale. La produzione nazionale incide per il 15% su quella mondiale e il settore si caratterizza per essere il secondo esportatore dopo la Spagna”.