A rischio la prossima campagna olearia? Dati preoccupanti, l’allarme ASSITOL

La campagna dell’olio d’oliva del 2023 è davvero molto complessa e il futuro è ricco d’incertezza. A dirlo è l’Europa e a confermarlo sono i rappresentanti di ASSITOL. Se alcuni pensavano che il rischio per la prossima campagna olearia fosse scongiurato, si sbagliava. C’è da preoccuparsi. Durante l’analisi sul mercato dell’olio extra vergine d’oliva presentata a Bruxelles nell’ambito del Civil Dialogue Group, la situazione che è emersa, è tutt’altro che positiva.

Il gruppo di esperti della Direzione Agricoltura presso la Commissione Europea hanno presentato la ricerca che conferma il quadro negativo che anche ASSITOL aveva già fatto emergere. Infatti, ormai da tanti anni l’olio d’oliva sta affrontando, a causa del maltempo, campagne molto complicate con i problemi per la fioritura e non solo. E quest’anno non fa eccezione.

L’Associazione Italiana dell’Industria Olearia (ASSITOL) aderente a Confindustria e Federalimentare ha sottolineato i dati di allarme che sono emersi dallo studio presentato a Bruxelles e ha lanciato un appello per il mondo dell’olio. L’appello si rivolge, non solo alla filiera, ma anche alle istituzioni.

I dati sul rischio per la prossima campagna olearia

Secondo le rilevazioni degli esperti di Bruxelles, nell’ambito del Civil Dialogue Group l’intera produzione mondiale nella campagna olearia 2022 2023 è a rischio. La campagna infatti, ha registrato un calo del 26% rispetto a quella precedente. Parliamo di “un segno meno” per un ammontare complessivo di 2.505.000 tonnellate di olio d’oliva. In particolare l’Europa olearia ha perso il 39% dei suoi quantitativi, confermando la tendenza degli ultimi cinque anni. Molti non sanno che dal 2019 a oggi, è in corso una costante riduzione di olio d’oliva nell’UE (-35%). Ecco i dati:

  • la Spagna, che rappresenta quasi la metà dei volumi nel mondo, ha prodotto nella campagna appena conclusa per la campagna olearia, 664.000 tonnellate di olio d’oliva, vale a dire il 56% in meno del suo standard abituale;
  • l’Italia non si trova in una situazione migliore. Nel BelPaese la campagna olearia ha portato alla produzione di 241.000 tonnellate appena, ovvero un calo pari al 27%, quasi un terzo in meno;
  • la Turchia sta aumentando la produzione di olio. Fuori dall’Unione Europea, gli esperti segnalano la forte crescita della produzione nel Paese (+17%);
  • maglia nera, per la Tunisia che ha subito una forte contrazione dei volumi pari al -25%. Il Paese ha visto ridurre anche le sue esportazioni.

Altra indicazione preoccupante riguarda lo stock di fine campagna pari a 280.000 tonnellate, una cifra molto bassa rispetto alla campagna 2021 2022, terminata con 670.000 tonnellate.

Il rischio campagna olearia affianca il calo dei consumi dell’olio d’oliva

Non solo il rischio della campagna olearia, ma a peggiorare il quadro vi è anche la scarsa disponibilità di olio d’oliva. La presenza sempre minore di questo prodotto, come da mercato, ha provocato la crescita delle quotazioni in tutta Europa.

Il risultato? Vi è in corso un ulteriore decremento dei consumi di olio d’oliva, già gravati dall’inflazione. Questo aspetto ha pesato anche sulle esportazioni dei Paesi extra-UE che più acquistano in Europa. Ecco i dati sugli export:

  • -20% per gli Stati Uniti;
  • -31% per la Cina;
  • -18% per il Canada;
  • -17,3% per il Regno Unito.

Campagna olearia a rischio anche nel 2024?

In un quadro già così complesso, alla luce dei dati presentati a Bruxelles nell’ambito del Civil Dialogue Group, l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia (ASSITOL) ha lanciato un vero e proprio allarme a tutta la filiera e alle stesse istituzioni. Per Andrea Carrassi, direttore generale dell’ ASSITOL, sarebbe un grave errore ritenere che la prossima campagna aggiusterà tutto.

Al contrario, i ridotti stock di olio d’oliva in Europa, secondo Carrassi, fanno temere per la disponibilità dell’extra vergine d’oliva nei prossimi mesi e, in generale, per la prossima campagna. Il problema principale che mette a rischio la campagna olearia attuale e quella futura è la siccità, che tanto ha inciso sull’andamento del mercato.

Questo fattore non sembra destinato a migliorare nel 2024. Anzi, la siccità, fa ancora sentire i suoi effetti in tutto il Mediterraneo, insieme alle conseguenze della crisi climatica con i fenomeni meteo estremi a essa legati.

Davanti a questa situazione, per il direttore di ASSITOL, il rischio, nonostante in Italia si attenda una campagna migliore di quella passata, è di assistere al ripetersi della stessa situazione, rendendo ancora più difficili le prospettive del nostro comparto. È urgente – secondo Andrea Carrassi – una seria riflessione, all’interno della filiera e con le istituzioni, sulle misure che ci permettano di garantire l’extra vergine ai nostri consumatori.

Diversamente, la salute degli italiani, che deve molto a questa spremuta di benessere, non potrebbe più contare sui benefici dell’olio d’oliva!

Le proposte per salvare la filiera dell’olio d’oliva

A causa delle campagne olearie a rischio, da qualche anno si stanno mettendo in campo diverse proposte atte a promuovere un sistema rinnovato. La prima soluzione al vaglio è la promozione di un sistema agricolo a più olivicolture, ampliando le superfici esistenti e convertendo, da tradizionali a intensivi, gli oliveti privi di un ruolo multifunzionale, allo scopo di valorizzare le specificità delle diverse tipologie di impianto riequilibrandone al meglio la distribuzione sul territorio.

Si mira, poi, a favorire gli investimenti necessari allo sviluppo futuro del settore in chiave tecnologica, sfruttandone a pieno il potenziale competitivo. Ad aiutare potrebbe essere la creazione di sinergie tra università, organizzazioni di produttori e imprese della filiera per stimolare l’imprenditorialità attraverso la formazione e l’assistenza tecnica.

È necessario ridurre gli impatti ambientali delle attività produttive attraverso l’adozione di pratiche sostenibili da parte di tutti gli attori della filiera, allo scopo di tutelare l’ambiente e di aumentare il valore del prodotto percepito dal mercato.

Per portare avanti queste e altre proposte è nato, a febbraio 2023, il tavolo tecnico della filiera dell’olio presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Il tavolo coinvolte tutti gli attori del settore per confrontarsi e per poter mettere in campo una progettualità atta a salvare il futuro del comparto.

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