Entro fine ottobre 2023, l’olio d’oliva spagnolo sarà finito. Le scorte di olio di oliva nei frantoi della Spagna ammontavano a fine luglio a circa 150.000 tonnellate. Quindi, ci sono poco più di tre mesi di autonomia e poi i flussi produttivi inizieranno a fine novembre. Il risultato? Prezzi che lievitano intorno agli 8 euro al kg per i prodotti migliori.
La produzione della dell’olio d’oliva lo scorso anno, per questo Paese, si attesta sulle 663.000 tonnellate, che è uno dei livelli più bassi della Spagna negli ultimi 30 anni. A oggi nei frantoi spagnoli c’è una scorta di circa 50.000 tonnellate e secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura iberico, al massimo si arriverà entro fine ottobre con le scorte a ora disponibili.
Scopriamo insieme qual è la situazione del mercato dell’olio di oliva spagnolo e i prezzi di riferimento, vista la produzione che si conferma alquanto scarna anche nel 2024.
Olio di oliva spagnolo finito, i dati del mercato
Negli ultimi 9 mesi le vendite di olio di oliva spagnolo sono state di circa 90.000 tonnellate al mese. Se il mercato si riconfermerà in questo trend, le giacenza di olio d’oliva spagnolo saranno finite nel giro di circa due mesi e mezzo. Dunque, massimo entro fine ottobre, considerando anche le scorte dei frantoi iberici.
Con questo ritmo del mercato ci sarà un forte rincaro dei prezzi e quindi la riduzione della vendita con valori intorno al 30%. La prossima campagna olearia registrerà circa 70.000 tonnellate al mese di vendita. Invece, a fine novembre inizierà il flusso produttivo per il 2024. Il dato interessante è che la campagna olearia in Spagna ha toccato uno dei suoi punti più bassi.
Parliamo di una produzione che porta la Spagna indietro di circa 30 anni con il risultato di sole 663.000 tonnellate di olio d’oliva prodotte.
Il rialzo dei prezzi dell’olio d’oliva spagnolo
Il prezzo dell’olio extravergine d’oliva non smette di rialzarsi in Spagna e i mercati sono molto tesi. In particolare a Jaen, le quotazioni dell’olio extravergine d’oliva spagnolo superano gli 8,5 euro per kg. La varietà commerciale, invece, si attesta intorno agli 8 euro al kg. Ci riferiamo, in quest’ultimo caso, all’olio di qualità media. Costi insomma, molto alti rispetto anche al passato.
Il trend del mercato sul prezzo dell’olio extra vergine d’oliva
Con l’olio d’oliva spagnolo finito, la Tunisia in blocco e l’Italia a prezzi altissimi, in realtà, la situazione un po’ diversa, relativamente a tale comparto, è proprio quella in Spagna. Infatti, le piccole giacenze che restano nelle Regioni iberiche, permetteranno la presenza dell’olio fino a fine ottobre, con la conseguenza che vi saranno aste al rialzo.
I piccoli produttori e le cooperative micro stanno cercando di vendere l’olio a dei pezzi più alti possibile, puntando sul fatto che la qualità dell’olio resta comunque buona. In generale, in tutta Europa il prezzo delle olive è cresciuto molto nel corso degli ultimi mesi. In Italia, i prezzi per l’olio extra vergine d’oliva, a seconda della qualità, variano dai 9 ai 9,5 euro al kg e molti rischiano di restare senza olio prima dell’inizio della nuova campagna olearia. L’oscillazione dei prezzi dipende dalle notizie che arriveranno sia sulle rese che sulla produzione a livello internazionale.
L’allarme sul rialzo dei prezzi dell’olio di oliva
Nel mese di agosto, l’olio extravergine di oliva ha raggiunto dei livelli record altissimi in termini di prezzo. L’allarme sull’aumento dell’olio d’oliva è stato lanciato dopo le analisi fatte da ISMEA relative all’estate, che hanno fatto registrare per il 2023, per i mesi di luglio e agosto soprattutto in tendenza, una crescita del 30% del prezzo al dettaglio di questo prodotto.
In Italia si oscilla tra costi che vanno dagli 8,10 euro al litro per la provincia di Viterbo, fino ad arrivare ai 13,63 euro al litro a Firenze. Inoltre, la giacenza dell’olio d’oliva in Italia si è ridotta a 52.000 tonnellate. La Spagna, che ha registrato dei cali come abbiamo accennato, non sta messa meglio.
I dati della campagna olearia della Spagna
Il Governo iberico ha fatto sapere che la campagna olearia avrà dei picchi molto bassi. Già rispetto al 2022, nel 2023 c’è stato un calo pari al 55%, con la produzione di circa 663.000 tonnellate contro 1,48 milioni degli anni scorsi. Le cause dell’aumento dei prezzi sono tantissime. A cominciare dagli effetti dei cambiamenti climatici, i problemi dovuti al maltempo nella fioritura dell’olivo: fattori che hanno comportato una produzione minore. A non aiutare, l’aumento del costo della plastica, nonché quello del trasporto.
Parliamo di aumenti rispettivamente pari a circa l’8 o il 10%. Ogni costo aggiuntivo finisce per gravare sulle tasche del consumatore finale. La spinta inflazionistica al rialzo ha colpito anche la filiera alimentare a 360 gradi con aumenti su verdura, frutta, semi, imballaggi e non solo. In Spagna, in particolare, anche la siccità ha colpito la produzione di olio con danni non poco conto.
Le mosse per salvare il mercato oleario spagnolo
Per salvare la campagna dell’olio d’oliva in Spagna, soprattutto, dopo i dati preoccupanti dell’Andalusia e di Jean che si attestano intorno a meno 50-60 % rispetto al 2022, secondo il Governo iberico serve un pacchetto straordinario di sostegno di misure per gli olivicoltori. Sarà molto difficile riuscire a salvare questo comparto.
Per adesso il dato certo è che l’olio di oliva spagnolo sarà finito per fine ottobre e poi, per salvaguardare la prossima campagna olearia, si attendono risposte dal Governo spagnolo e anche dall’Europa.