Numeri produzione olio Italia dimezzati: c’entra anche il clima

Nel periodo dell’anno in cui in tutto il Paese si festeggia l’olio nuovo, Coldiretti lancia l’allarme: i numeri della produzione di olio in Italia sono in calo. Dati che fanno riflettere, soprattutto se si guarda quello che succede negli altri Paesi. Negli ultimi 30 anni, infatti, la quantità di olio italiano prodotto è calato del 46%, a favore di mercati diretti concorrenti come Spagna e Tunisia.

Produzione olio in Italia: i numeri aggiornati del 2021

Coldiretti lancia la sua nuova analisi elaborata con Unaprol in occasione della prima raccolta con spremitura in diretta delle olive nel Parco del Colosseo a Roma. Un avvertimento unico, perché andato in scena in un frantoio collocato all’ombra dell’Arco di Tito, che darà vita all’olio degli antichi romani.

“Negli ultimi trent’anni – spiegano Coldiretti e Unaprol – l’Italia è passata da punte di 670 milioni di chili di olio prodotto tra il 1990 e il 1993 ad un potenziale produttivo massimo di appena 360 milioni di chili di olio tra il 2018 e il 2021. Questo, secondo il Centro Studi Divulga”.

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Quali sono i Paesi maggiori produttori di olio al mondo

All’inizio degli anni ’90, l’Italia era il più importante Paese produttore al mondo di olio. Poi, il gradino più alto del podio è andato alla Spagna. Perché? Questo, continua la nota di Coldiretti, è avvenuto “grazie a corposi investimenti nel settore. La Spagna ha registrato una crescita del +180%, passando da 630 milioni di chili agli attuali 1,8 miliardi di chili”.

Ma non è solo Madrid a crescere. “Grande balzo anche della Tunisia (+40%), passata da 250 a 350 milioni di chili di massima produzione, vicina, ormai, al sorpasso sull’Italia”.

Guardando sempre al bacino del Mediteranneo, c’è un altro Paese che, come l’Italia, sta registrando una frenata. La produzione di olio in Grecia è in calo. “La Grecia, altro grande Paese produttore di olio del Mediterraneo, perde terreno (-29%) registrando un picco di 285 milioni di chili, a fronte dei quasi 400 milioni di trent’anni fa” sottolinea Coldiretti.

Le cause del calo della produzione di olio in Italia

A questo punto, viene da chiedersi: perché? Perché in Italia la produzione di olio è in calo? Le risposte sono tante e diverse.

“Tra le cause del crollo, il clima pazzo che ha alterato l’ecosistema tradizionale, ma anche l’abbandono degli uliveti, lo scarso ricambio generazionale e l’assenza di una chiara strategia politica di rilancio del settore – spiega Coldiretti -.  Il clima pazzo è alla base di grossi cali nelle regioni italiane vocate alla produzione di olio“. Parliamo di Puglia, Calabria, Toscana, ma anche Sicilia.

Secondo quanto riportato a inizio settembre da Giosuè Catania, presidente della società cooperativa Apo – che raggruppa circa 1.400 produttori nelle province di Catania, Siracusa e Ragusa – infatti, la produzione di olio in Sicilia nel 2021 è in netto calo. I motivi? Gli stessi individuati da Coldiretti a livello nazionale: cambiamenti climatici e scarsità di investimenti nella coltivazione dell’ulivo. 

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Investire nella produzione olivicola in Italia: ecco cosa serve per Coldiretti

Di fronte a numeri così nettamente in calo, il commento del Presidente di Unaprol e vice presidente nazionale di Coldiretti David Granieri è diretto. “Sono numeri impressionanti che dimostrano come la produzione olivicola italiana abbia bisogno di interventi strutturali importanti per poter competere con gli altri Paesi produttori. Spagna o Tunisia investono continuamente ingenti risorse pubbliche nel settore. L’Italia purtroppo è ferma rispetto agli altri Paesi”.

“Il recupero dell’uliveto del Parco del Colosseo è un esempio di cosa servirebbe al nostro Paese per poter ripartire – continua Granieri -. Abbiamo bisogno di un piano strategico dell’olivicoltura nazionale con investimenti in nuovi impianti produttivi, in grado di coniugare sostenibilità e reddito, e misure per il recupero dei troppi impianti abbandonati. Per questo chiediamo al Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli di intervenire subito per mettere un freno a questo crollo verticale. E porre le basi per una ripartenza di un settore trainante del Made in Italy agroalimentare”.

“I consumi delle famiglie italiane di olio d’oliva sono in crescita sull’onda del successo della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco” spiega il responsabile olio di Coldiretti Nicola Di Noia -. Più di 8 italiani su 10 (82%) cercano sugli scaffali prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio”.

Buone notizie, intanto, sembrano arrivare dalla produzione di olio nuovo 2021 in Italia. Un’analisi della stessa ColdirettiIsmea e Unaprol presentata in occasione dell’inizio della raccolta prevede una produzione stimata in aumento del 15% rispetto allo scorso anno. Non solo. Ottima, secondo le previsioni, anche la qualità.

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