Tendenze mercato grappa 2022, tra aumento dei costi e export

Luci e ombre tra le tendenze del mercato della grappa nel 2022. Secondo l’analisi condotta da Nomisma e presentata durante la 76esima Assemblea Annuale di AssoDistil, infatti, il celebre distillato italiano risente, come altri settori, del rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’energia, mentre si contraggono le vendite online. Bene, invece, canale Horeca e export.

Canali vendita grappa italiana: così nel 2022

Parlando di dati sulle vendite di grappa nel 2022, è necessario differenziare i diversi canali. Alcuni, infatti, dopo una crisi conseguente alla Pandemia, si stanno piano piano riprendendo mentre altri risultano in calo.

Come si legge nell’articolo di Nomisma, in quest’ultima categoria rientrano GDO e vendite di grappa online. “Con riferimento alla distribuzione moderna, nei primi sei mesi dell’anno si assiste a una diminuzione delle vendite di grappa del 7% in valore rispetto al primo semestre del 2021 (fonte: NielsenIQ). La contrazione – continua l’articolo colpisce anche il canale e-commerce con una diminuzione dei valori venduti del 15%. In entrambi i casi si tratta di dinamiche che sono trasversali all’intero comparto beverage. Nel medesimo periodo si riducono infatti anche le vendite in GDO di vino (-6%) e spirits (-3%)”.

Tendenze mercato grappa 2022

Mercato grappa italiana 2022, la ripresa dell’Horeca

Tra i canali di vendita di grappa in Italia che si stanno riprendendo c’è, invece, l’Horeca. Un canale “strategico per il settore – specifica ancora l’articolo di Nomisma – da dove prima della Pandemia passavano più della metà dei consumi di spirits in Italia. A conferma di ciò, nei primi 6 mesi del 2022 le vendite nel canale Cash&Carry (format distributivo nel quale si riforniscono ristoranti e bar e che dunque può esser considerato una proxy delle tendenze del canale Ho.re.ca.) hanno registrato una crescita di ben il +31% rispetto al 2021″.

Consumi grappa 2022, cosa può succedere

Di fronte a tale scenario, un possibile freno potrebbe arrivare dall’aumento del costo dei prezzi. Nonostante, infatti, l’interesse degli italiani verso la grappa nel 2022 sia cresciuto, come dimostrato da un’altra ricerca Nomisma presentata lo scorso aprile, l’attuale situazione economica potrebbe portare i consumatori a contenere gli acquisti.

“Il 55% degli italiani dichiara che i consumi fuori casa sono influenzati dalla propria situazione finanziaria (+10% rispetto al 2020) – si legge ancora nella nota -. A ciò si deve aggiungere come i consumi nei bar e nei ristoranti saranno le voci di spesa maggiormente coinvolte nelle strategie di risparmio degli italiani dei prossimi 6/12 mesi (ad indicarlo è il 34%). Seguono le spese per ‘abbigliamento, calzature e spese personali’ (31%), ‘intrattenimento domestico’ e ‘viaggi e vacanze (27% per entrambe)'”.

grappa e acquaviti

Export grappa italiana 2022

Buone notizie arrivano, invece, dai dati sulle esportazioni di grappa italiana nel 2022. Un settore che vale ancora poco sul totale dei ricavi, ma che, secondo l’analisi, ha di fronte grandi potenzialità.

“Nello specifico, nel I semestre del 2022 le esportazioni di grappa hanno fatto registrare 28 milioni di euro, contro i 24 milioni dei primi 6 mesi del 2021 – specifica la nota -. Un balzo in avanti che si traduce in +17% in valore e +9% in volume”.

I Paesi dove si acquista più grappa?  Germania, che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore; seguono Svizzera (14%), Austria (5%), Stati Uniti (3%) e Spagna (2%).

“I dati sull’export sono incoraggianti. E la testimonianza di un lavoro capace di privilegiare l’eccellenza italiana che sta dando i suoi risultati – ha spiegato Cesare Mazzetti, Presidente del Comitato Nazionale Acquaviti AssoDistil -. Il filo diretto che ci lega ai lavori che sta portando avanti la Commissione europea per riformare il testo unico delle indicazioni geografiche va proprio in questa direzione. Rendere la filiera delle nostre aziende sempre più competitiva”.

Tendenze mercato grappa 2022, il peso dei rincari

Come sta accadendo anche in altri settori del food & beverage italiano (e non solo), i rincari  di energia e materie prime impattano considerevolmente sui produttori. Una situazione difficile, che aveva portato, poco meno di un mese fa, il mondo della grappa italiano a lanciare un grido di allarme su un possibile rischio paralisi di produzione.

“I principali problemi derivanti dal conflitto russo-ucraino riguardano in primis l’aumento del costo dell’energia che preoccupa il 93% delle aziende – si legge nella nota -. Questo è seguito dall’aumento del costo delle materie prime (90%) e dalle difficoltà di approvvigionamento (79%, Fonte: Confindustria)”.

“Nel 2022 l’incidenza dei costi energetici sul totale dei costi di produzione ha pesato per il 6% sul totale delle spese che hanno dovuto sostenere le aziende del settore alimentari e bevande (nel 2018-2019 incidevano per il 3%). […] A fronte di una crescita generalizzata dei prezzi di beni e servizi, 9 famiglie italiane su 10 cambieranno i propri comportamenti d’acquisto. E tra queste la metà si dice pronta a concentrare la spesa sui prodotti indispensabili eliminando il superfluo”.

Produzione grappa sostenibile: le sfide del futuro

Di fronte a tale situazione, la sfida lanciata dall’assemblea di AssoDistil è anche quella di puntare su tipologie di energia rinnovabile per produrre grappa, come il bioetanolo avanzato.

“AssoDistil ha stimato che l’impatto potenziale di produzione del bioetanolo necessario in Italia entro il 2030 potrebbe generare 46.000 nuovi posti di lavoro tra industria e filiera agricola italiana, grazie anche alla realizzazione di almeno 15 nuovi impianti – conclude la nota -. La virtuosità del settore distillatorio si misura anche dalle numerose iniziative tese a produrre energia rinnovabile a partire dai residui e dagli scarti di produzione. Secondo i dati forniti da Format research, il 73% delle imprese distillatorie ritiene importante essere percepito come sostenibile. Molte imprese del settore hanno saggiamente investito negli anni in impianti di produzione e biogas”.

 

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