Spirits: +20% nuove distillerie in Italia. Il gin private label traina la crescita

Dalla pandemia a oggi aumenta il numero delle distillerie in Italia. Forte la spinta soprattutto dal fenomeno “gin craze”: il 90% delle etichette italiane prodotto in conto terzi.

Cresce a ritmo serrato il numero di distillerie in Italia, che dopo la pandemia ha registrato un incremento superiore al +20% per avvio di nuove aperture. A trainare il boom, che riguarda soprattutto progetti di microdistillerie, è il fenomeno del conto terzi, in larga parte legato alla cosiddetta “gin craze”, una passione che oggi ha portato alla presenza di circa un migliaio di etichette made in Italy, destinate a raddoppiare nei prossimi anni. È quanto anticipato sul magazine Spiritoautoctono.it a partire dalle elaborazioni di Spirito Autoctono–La Guida su dati di Distillo Expo, il salone delle attrezzature dedicate alle micro distillerie in programma a Milano dal 16 al 17 maggio 2023.

alambicco

Distillerie, numeri e tessuto sociale italiano.

Sono quasi un centinaio le distillerie attive oggi in Italia, per una produzione che – rispetto a quella di Paesi come UK (Scozia, nello specifico), Irlanda e Usa – rimangono molto contenute. Prima della pandemia erano 85 le distillerie attive nel nostro Paese, con produzioni che comprendevano principalmente grappa, brandy e gin. Per il 10% si tratta di aziende artigianali e storiche, spesso alla sesta-settima generazione di distillatori, mentre un altro 10% sono produttori industriali, che non si occupano solo di alcol per uso alimentare.

La restante parte comprende aziende medio-grandi e medio piccole e in generale tutte sono riuscite, contenendo i costi e bloccando le produzioni, a resistere al colpo della crisi sanitaria.  A questi numeri si aggiungono oggi 20 nuovi progetti nati durante la pandemia, di cui la metà è già operativa e l’altra metà lo sarà nei prossimi mesi, che fanno segnare al comparto distillatorio italiano circa +23% nell’avvio di nuove attività.

distillati

Il conto terzi traina la crescita.

A trainare la crescita è soprattutto l’obiettivo della distillazione in conto terzi per la produzione di etichette private label, su cui le realtà emergenti orientano i due terzi della propria previsione di produzione.

A spingere il fenomeno è soprattutto il gin, che negli ultimi anni ha visto crescere la propria popolarità come ingrediente in mixology (dal semplice gin tonic ai cocktail più complessi), ma anche come prodotto in grado di farsi portavoce, attraverso la scelta delle botaniche, di uno storytelling territoriale.

Secondo Francesco Bruno Fadda, direttore di Spirito Autoctono–La Guida, “L’Italia continua a scrivere pagine importanti nel settore dei distillati e il fenomeno in crescita delle microdistillerie testimonia un’attenzione crescente che attrae soprattutto il mondo dei giovani. Per quanto riguarda il gin – prosegue – si assiste sempre più al consolidamento di quello che noi chiamiamo “metodo italiano” che trae le proprie caratteristiche dall’esperienza dei nostri distillatori e dall’ampia varietà di botaniche, già valorizzata dalla creatività e dalla ricchezza della nostra cultura gastronomica”.

gin trend

Le etichette di gin:

Attualmente sono circa un migliaio le etichette di gin italiano, di cui si stima circa il 90% prodotte in conto terzi, con la quasi totalità del volume di gin prodotto da due delle principali aziende di distillazione nazionali. E il distillato di ginepro incide per un 80% sul totale della produzione in conto terzi delle distillerie ad accisa assolta, il 10% riguarda acquaviti e vodka, mentre la percentuale restante liquori e amari.  “Il gin è letteralmente esploso e le etichette raddoppieranno – dice Claudio Riva, co-fondatore di Distillo Expo – Se da una parte la nascita di nuove distillerie porta in Italia nuove competenze, dall’altro l’investimento sul conto terzi penalizza la nascita di nuovi brand artigianali, che sottraggono tempo e ricerche alle proprie produzioni e alla commercializzazione”. E muovendo da questa considerazione, Riva ipotizza in Italia circa 200 nuove distillerie entro il 2030.

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