Nasce “Le Terre del Balsamico”, un progetto di valorizzazione dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP

Nasce “Le Terre del Balsamico”, un progetto di valorizzazione dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Sarà un vero e proprio consorzio di secondo grado senza scopo di lucro, avente personalità giuridica, quello che va costituendosi tra le due realtà consortili già esistenti. Un organismo che avrà la possibilità di svolgere attività, nonché assumere iniziative e impegni autonomi rispetto all’azione dei singoli consorzi.

L’obiettivo delle Terre del Balsamico sarà la salvaguardia, la diffusione, la valorizzazione e la promozione coordinata delle due produzioni DOP e IGP e del comune territorio, nonché il consolidamento della reputazione e dell’immagine delle suddette denominazioni e lo sviluppo di nuove opportunità commerciali di due prodotti simbolo dell’agroalimentare modenese e italiano. Il progetto, inoltre, migliorerà il posizionamento dei due prodotti tramite ricerche e studi di mercato, esplorando potenziali mercati di esportazione e incrementando le opportunità di commercializzazione a livello nazionale, comunitario e internazionale.

L’unione dei due consorzi faciliterà l’accesso a fondi pubblici e bandi di finanziamento di progetti comunitari e promuoverà la partecipazione coordinata e condivisa a bandi Mipaaf, PSR e per i Distretti del Cibo. Si tratta di un’ulteriore iniziativa volta alla promozione dei prodotti simbolo del modenese, dopo la nascita del Distretto del cibo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, istituto di recente dalla Regione Emilia-Romagna, che ha accolto la richiesta del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.

I rappresentanti delle Terre del Balsamico

Le Terre del Balsamico avrà come presidente Enrico Corsini, attuale presidente del Consorzio del Tradizionale, mentre Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio di Tutela dell’IGP, sarà la vicepresidente.

“Obiettivi generali e strategici del progetto – spiega Enrico Corsini – sono la salvaguardia, la diffusione e la valorizzazione delle due produzioni e della loro storia, cultura e tradizione, nonché la valorizzazione del territorio attraverso la creazione e lo sviluppo di una specifica connessione con il tessuto produttivo del Balsamico. Un ruolo di primo piano sarà poi riservato alla ricerca scientifica e alla formazione degli operatori, in direzione di un costante miglioramento dei processi e dell’organizzazione delle produzioni, rappresentando un supporto importante per lo sviluppo dei temi della transizione ecologica e della sostenibilità economica e ambientale”.

“L’iniziativa è stata intrapresa unitamente dai due Consorzi di Tutela – afferma Mariangela Grosoli – e, attraverso questo nuovo soggetto, i due enti opereranno insieme per il bene dei prodotti e del territorio, creando opportunità commerciali per gli operatori e aumentando la diffusione della conoscenza e consapevolezza attraverso azioni congiunte di comunicazione e promozione. Ma il vero successo di questo progetto, che vede uniti per la prima volta i produttori di Aceto Balsamico di Modena IGP e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, è il segno di un importante cambio di cultura, una svolta storica per il territorio, e si pone come esempio per tutti coloro che hanno a cuore il futuro del patrimonio culturale e umano, nonché economico e sociale delle Terre del Balsamico”.

Le differenze tra l’Aceto Balsamico di Modena IGP e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, nonostante i numeri record messi a segno nel 2022, resta una piccola denominazione, che non va confusa con l’Aceto Balsamico di Modena Igp, autentico simbolo dell’alimentare made in Italy, realizzato da 65 produttori in 100 milioni di litri l’anno, per un giro d’affari superiore al miliardo di euro e un prezzo medio al consumo di 10 euro al litro.

Invece, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop è un piccolo gioiello del food italiano, che conta su un giro d’affari di 5 milioni di euro ed è prodotto in circa 145mila confezioni. Ha, inoltre, caratteristiche diverse dall’Aceto Igp, che si traducono in un prezzo al consumo che oscilla, a seconda dell’invecchiamento, dai 500 ai 1000 euro al litro del prodotto invecchiato 25 anni.

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è un condimento ricavato dai mosti delle uve tipiche della provincia di Modena. L’intero processo produttivo, dalla coltivazione delle uve alla lavorazione delle stesse, dall’invecchiamento all’imbottigliamento, deve avvenire esclusivamente all’interno della provincia di Modena. Il prodotto è invecchiato almeno 12 anni e, nel caso della tipologia Extra Vecchio, almeno 25 anni. Al palato è caratterizzato da una non comune complessità, che si evidenzia con grande intensità olfattiva, armonia al gusto e lunga persistenza al retrogusto.

Invece, l’Aceto Balsamico di Modena IGP è ottenuto da mosti d’uva parzialmente fermentati e/o cotti e/o concentrati. L’uva proviene esclusivamente dai vitigni di Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni. Il disciplinare di produzione prevede che l’assemblaggio delle materie prime, l’elaborazione, l’affinamento e/o l’invecchiamento in recipienti di legno pregiato abbiano luogo obbligatoriamente nelle province di Modena e Reggio Emilia.

Al mosto vengono aggiunti aceto di vino, nella misura minima del 10%, e un’aliquota di aceto vecchio di almeno 10 anni. La produzione dell’Aceto Balsamico di Modena IGP è estremamente più rapida, economica e semplice rispetto a quella dell’Aceto Balsamico Tradizionale. L’assenza di ogni tipo di fermentazione o ossidazione da parte di microrganismi rende il processo molto più semplice e veloce, permettendo di ottenere densità molto elevate anche dopo i canonici 60 giorni di invecchiamento, grazie all’utilizzo di mosti d’uva particolarmente concentrati.

L’Aceto Balsamico di Modena IGP si distingue per l’aspetto limpido e brillante e per il profumo delicato, persistente, di gradevole e armonica acidità. Il colore è bruno intenso e l’odore è leggermente acetico, con eventuali note legnose. Il sapore è agrodolce ed equilibrato.

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