Nasce il Distretto del cibo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop

Ha visto finalmente la luce il Distretto del cibo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, istituto dalla Regione Emilia-Romagna, che ha accolto la richiesta del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena – che riunisce 183 acetaie – e del suo presidente Enrico Corsini. L’obiettivo della proposta era quello di rafforzare i sistemi produttivi locali, caratterizzati da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate a livello nazionale ed europeo.

Nasce, così, una realtà tesa alla promozione e alla valorizzazione di un’intera filiera produttiva che tutela e rafforza il territorio modenese. Una misura importante per una piccola Dop come quella del balsamico tradizionale, che, attraverso lo strumento del distretto e la logica della rete con altri soggetti economici del territorio, potrà accedere a contributi per iniziative promozionali e per la ricettività turistica che altrimenti sarebbero stati preclusi a causa della ridotta dimensione.

Importanti saranno le collaborazioni che il Distretto potrà instaurare con attività turistiche ed enogastronomiche, nonché con le istituzioni per la promozione del territorio modenese. Questa nuova realtà sarà, quindi, caratterizzata dall’integrazione tra attività agricole e locali, volte alla produzione di beni o servizi coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e del territorio.

Le reazioni politiche

“Siamo orgogliosi e soddisfatti – commenta il presidente della Provincia di Modena Gian Domenico Tomei – che la Regione Emilia-Romagna abbia riconosciuto il Distretto del cibo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Dopo la candidatura della tradizione del balsamico a patrimonio nazionale Unesco, questo riconoscimento dimostra quanto questo prodotto rappresenti una specificità unica e che la provincia di Modena sia un territorio d’eccellenza anche in questo settore, simbolo del made in Italy in tutto il mondo”.

“La costituzione del nuovo Distretto – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – è un ulteriore passaggio di valorizzazione delle nostre Dop e Igp. Siamo il cuore agroalimentare del Paese e, come Regione, continuiamo a lavorare a fianco dei Consorzi e delle imprese per tutelare i nostri prodotti, valorizzarne la qualità e promuoverli sui mercati internazionali. Per questo, alla lista dei distretti del cibo già riconosciuti dalla Regione Emilia-Romagna abbiamo voluto aggiungere quello dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, uno strumento di politica economica finalizzato a organizzare, sostenere, salvaguardare i sistemi produttivi agricoli e agroalimentari del territorio modenese”.

I distretti già riconosciuti dalla Regione sono quelli dei Salumi Dop Piacentini, Romagna distretto bio simbiotico, Prosciutto di Modena Dop, Aceto balsamico di Modena, Pera dell’Emilia-Romagna.

Mosse dall’orgoglio le parole di Enrico Corsini, presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop: “I circa 250 produttori del territorio detengono nelle loro acetaie circa 3 milioni di litri di prodotto in invecchiamento. Caratteristica che rende il nostro aceto un prodotto esclusivo e di grande pregio, dall’elevato valore non solo economico, ma anche di attrattività per il nostro territorio”.

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, una Dop piccola ma di grande valore

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop nasce grazie al lungo e naturale invecchiamento del mosto cotto di uve tipiche modenesi, all’interno di botticelle custodite dalle famiglie nei sottotetti delle proprie abitazioni. L’intero processo produttivo, dalla coltivazione delle uve alla lavorazione delle stesse, dall’invecchiamento all’imbottigliamento, deve avvenire esclusivamente all’interno della provincia di Modena.

Di colore bruno scuro, carico e intenso, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop manifesta la propria densità in una scorrevole sciropposità. È ottenuto da mosto d’uva cotto, maturato per lenta acetificazione, derivato da naturale fermentazione e progressiva concentrazione, mediante lungo invecchiamento in serie di vaselli (botticelle) di dimensioni e legni differenti, senza alcuna aggiunta di sostanze aromatiche. È caratterizzato da un profumo complesso, penetrante e ha un’evidente, ma gradevole e armonica acidità.

Grazie alla sua versatilità, questo prodotto può essere utilizzato in cucina per la preparazione di innumerevoli ricette, dalle più povere e semplici alle più raffinate ed elaborate. Trova la sua massima espressione nell’incontro con ortaggi freschi e lessati, con i risotti, con piatti a base di carne e pesce, sul gelato e sulla frutta.

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, nonostante i numeri record messi a segno nel 2022 (crescita produttiva del 43% a quota 15mila litri certificati e che segue il +30% registrato nel 2021), resta una piccola denominazione, che non va confusa con l’Aceto Balsamico di Modena Igp, autentico simbolo dell’alimentare made in Italy, realizzato da 65 produttori in 100 milioni di litri l’anno, per un giro d’affari superiore al miliardo di euro e un prezzo medio al consumo di 10 euro al litro.

Invece, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop è un piccolo gioiello del food italiano, che conta su un giro d’affari di 5 milioni di euro. È prodotto in circa 145mila confezioni e va commercializzato esclusivamente nelle bottigliette da 100 millilitri disegnate da Giorgetto Giugiaro nel 1979. Ha, inoltre, caratteristiche diverse dall’Aceto Igp, che si traducono in un prezzo al consumo che oscilla, a seconda dell’invecchiamento, dai 500 ai mille euro al litro del prodotto invecchiato 25 anni.

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