Wine & Cheese. Intervista ad Angela Fiorini su tradizione, qualità e abbinamenti

Un buon vino affianca un buon cibo. Il formaggio, come il vino, prevede dedizione e sapienza. Come offrire e tutelare la qualità in realtà sempre più global?

Cosa porta un’azienda in un mondo sempre più frenetico e globale a continuare a investire in un settore di nicchia, ma soprattutto nella qualità e nella tradizione? Lo abbiamo chiesto ad Angela Fiorini del caseificio Il Fiorino di Roccalbegna (Grosseto) in prima linea insieme al marito per perpetrare qualità e tradizione.
“Fin dalla sua fondazione, nel 1957, la storia del nostro Caseificio è stata caratterizzata da passione e volontà di offrire formaggi di altissima qualità, prodotti esclusivamente con latte di Maremma. Il ‘segreto’ sta nella ricerca della migliore materia prima e nell’arte casearia tramanda da generazione in generazione”.

Cosa vuol dire per Il Fiorino sapere che i suoi formaggi sono sulle tavole di tutto il mondo?
“Oggi i nostri formaggi si trovano nelle migliori gastronomie di Londra, Stoccolma, New York, Tokyo, Sidney e questo ci riempie di orgoglio e ci ripaga dei sacrifici. Io e mio marito Simone abbiamo lavorato duramente per proiettare l’azienda nell’orbita internazionale pur mantenendo genuinità ed eccellenza artigianale”.

Concorsi internazionali ed eventi prestigiosi come Taste: come si conciliano tradizione e innovazione nel modo di raccontare i vostri prodotti?
“Abbiamo iniziato a partecipare a fiere e a concorsi convinti che fossero le sedi migliori per promuovere i nostri formaggi. Nel giro di pochi anni sono arrivati successi e riconoscimenti: nel 2017 al World Cheese Awards i nostri formaggi hanno portato a casa 8 medaglie su 10 pecorini presentati. Ma il re indiscusso dei nostri successi è la Riserva del Fondatore, pecorino prodotto con antichi metodi affinato in grotta per oltre 2 anni e che ha vinto per 2 volte (2014-2016) il Supergold , il gold nel 2017, medaglia d’argento nel 2015 e medaglia d’oro a Tours, oltre che Miglior pecorino stagionato d’Italia al San Lucio 2016 e all’Italian Cheese Awards del 2017″.

A Fuori di Taste avete presentato una novità…
“Si, il Pecorino al Pesto, un formaggio che unisce alla cagliata di latte di pecora della Maremma il Pesto di Roberto Panizza a base di Basilico Genovese Dop e Aglio di Vessalico, fedele all’antica ricetta ligure. Al gusto si presenta con un sentore leggermente acido che richiama la salivazione per poi ‘esplodere’ in bocca grazie al basilico, sempre in armonia con la delicatezza del formaggio. Il sublime è l’equilibrio tra i sapori”.

Noi siamo amanti del vino, perciò non possiamo perdere l’occasione per ricevere un consiglio su abbinamenti con i vostri formaggi…
“A noi piace abbinarli con vini non solo toscani. Tra gli accostamenti che vi possiamo suggerire ci sono Marzolino cacio di pura pecora con Vermentino di Gallura Docg, Pecorino Toscano semi stagionato con Morellino di Scansano, Pecorino Toscano Dop con Vino Nobile di Montepulciano Riserva Docg, Pecorino Grotta del Fiorini con Brunello di Montalcino Docg, Cacio di Caterina con Amarone della Valpolicella e Riserva del Fondatore con Trento Doc”.

Related Posts

Ultimi Articoli