Il mondo culinario è spesso intriso di magia, dove i sapori diventano poesia e l’arte dell’ospitalità si fonde con la maestria culinaria. In questo regno di eccellenza, emergono i ristoranti stellati, dove gli chef più talentuosi trasformano ingredienti in opere d’arte gustative. Anche quest’anno, si è svolta la notte degli Oscar della ristorazione italiana, la presentazione della Guida Michelin 2024, giunta alla sua edizione numero 69.
Un’edizione memorabile, che porta i ristoranti stellati a quota 395, con 33 novità, 26 nuovi ristoranti premiati con una Stella, 5 nuovi con due Stelle, di cui ben 2 senza neanche passare per la prima Stella, e due nuovi ristoranti tre Stelle: Atelier Moessmer dello chef Norbert Niederkofler a Brunico (Bolzano), che aveva perso forzatamente le Stelle dello storico St Hubertus a causa della chiusura per ristrutturazione dell’hotel che l’ospitava, e Quattro Passi di Fabrizio Mellino a Massa Lubrense (Napoli), che ha il merito di riportare le tre Stelle al Sud.
Le regioni più dinamiche quest’anno sono Lombardia, Campania e Toscana, ma anche l’Umbria con 3 stellati in provincia di Perugia. Nella classifica regionale, dunque, la Lombardia mantiene la leadership con 60 ristoranti (3 tre Stelle, 6 due Stelle, 51 una Stella), la Campania si conferma al secondo posto con 51 ristoranti, (1 tre Stelle, 8 due Stelle, 42 una Stella), mentre sul terzo gradino del podio troviamo la Toscana con 41 ristoranti (1 tre Stelle, 5 due Stelle, 35 una Stella). Scivola in quarta posizione il Piemonte con 40 ristoranti (2 tre Stelle, 4 due Stelle, 34 una Stella), mentre conferma il quinto posto il Veneto con 32 ristoranti (1 tre Stelle, 4 due Stelle, 27 una Stella).
Una Guida, quella Michelin, che mostra di guardare al futuro, per la grande quantità di giovani. Infatti, gran parte dei nuovi premiati sono under 35 – tra cui il già citato Fabrizio Mellino, 33 anni – e ben 4 cuochi hanno meno di 30 anni. Ancora nessuna pizzeria, invece: non si riesce a bissare il premio conferito nel lontano 1962 alla Pizzeria Negri.
Questa edizione ha riservato piacevoli sorprese anche nel numero – non altissimo, ma certo più degli scorsi anni – dei premi a locali guidati da donne: sono tre le nuove stelle al femminile: Ada di Ada Stefani a Perugia, Casa Mazzucchelli di Aurora Mazzucchelli a Sasso Marconi e Wood di Amanda Eriksson a Breuil Cervinia (Aosta). E poi c’è la Stella Verde a Oasis Sapori Antichi di Serena Falco e Lina Fischetti a Vallesaccarda, in provincia di Avellino.
Conferite anche le Stelle Verdi, simbolo che contraddistingue i ristoranti in prima linea sul fronte della sostenibilità e che può essere attribuito a qualsiasi ristorante, non solo agli stellati.
Da quest’anno debutta, infine, il premio Passion Dessert: per la prima volta in Italia, i ristoranti sono premiati dalla Michelin anche per l’alta qualità delle esperienze proposte attraverso i dolci. Con questo riconoscimento, la Guida intende continuare a mettere in risalto le diverse dimensioni dell’esperienza gastronomica e a riconoscere ristoranti e professionisti che condividono, attraverso i loro dolci, creatività, audacia ed emozioni.
“Si tratta di una edizione da record – ha commentato Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle Guide Michelin – che dà la misura di una cucina italiana piena di vitalità e talento”.
I ristoranti premiati con tre Stelle Michelin
Per quanto riguarda le tre Stelle, si confermano ristoranti che valgono un viaggio: Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara) di Antonino Cannavacciuolo (new entry dello scorso anno), Piazza Duomo ad Alba (Cuneo) di Enrico Crippa, Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) dei fratelli Cerea, Le Calandre a Rubano (Padova) di Massimiliano Alajmo, Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio (Mantova) di Giovanni Santini, Osteria Francescana (Modena) di Francesco Bottura, Enoteca Pinchiorri (Firenze) di Riccardo Monco e Alessandro della Tommasina, La Pergola (Roma) di Heinz Beck, Reale a Castel di Sangro (L’Aquila) di Niko Romito, Uliassi a Senigallia (Ancona) di Mauro Uliassi e Moreno Cedroni e il Mudec (Milano) di Enrico Bartolini.
I ristoranti premiati con due Stelle Michelin
Sono cinque i nuovi due Stelle dei 40 totali e due di questi le hanno ricevute da zero, senza passare per la prima stella: Verso a Milano, con in cucina i fratelli Mario e Remo Capitaneo, e La Rei Natura di Michelangelo Mammoliti a Serralunga D’Alba (Cuneo), a pochi mesi dall’apertura all’interno dell’albergo Il Boscareto.
Due Stelle anche per Andrea Aprea a Milano, lo chef campano d’origine e milanese di adozione già bi-stellato al ristorante Vun, per il George Restaurant a Napoli con lo chef Domenico Candela e per Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia, con lo chef Maicol Izzo che riceve anche il Michelin Special Award Young Chef 2024 by Lavazza.
I ristoranti premiati con una Stella Michelin
Sono 26 i nuovi ristoranti che hanno ottenuto il riconoscimento della singola Stella Michelin. Tra questi Bluh Furore in Costiera Amalfitana, con Enrico Bartolini che ne ha definito la linea gastronomica, interpretata poi dallo chef Vincenzo Russo, classe 1995, che ha lavorato anche nella cucina di Antonino Cannavaciuolo.
Ecco tutte le altre new entry: Alici di Amalfi (Sa), Un Piano nel Cielo di Praiano (Sa), Orma di Roma, Il Marin di Genova, Vignamare di Andora (Sv), Contrada Bricconi a Oltressenda Alta (Bg), Horto a Milano, Il Fagiano di Fasano del Garda (Bs), La Coldana di Lodi, Sui generis di Saronno (Va), Cortile Spirito Santo di Siracusa, Crocifisso di Noto (Sr), Votavota di Marina di Ragusa, Il Visibilio di Castelnuovo Berardenga (Si), La Magnolia di Forte dei Marmi (Lu), Osmosi di Montepulciano (Si), Saporium di Firenze, Dolomieu di Madonna di Campiglio (Tn), Ada a Perugia, Elementi di Torgiano (Pg), Une di Capodacqua (Pg), Nin di Brenzone sul Garda (Vr), Vite di Lancenigo (Tv).