Gli italiani e il riso: un grande amore

Il riso è un alimento molto amato dagli italiani, ma sullo scaffale del supermercato sarebbero utili più suggerimenti per ricette facili e veloci, più attenzione alla comunicazione del benessere, oltre a maggiori informazioni sulle varietà meno note. Questi i risultati della ricerca condotta dall’Ente Nazionale Risi, insieme a Ente Fiera di Isola della Scala e Consorzio di Tutela della Igp Riso Nano Vialone Veronese, presentata di recente al Centro Ricerche sul Riso di Castello d’Agogna, in provincia di Pavia.

La ricerca ha evidenziato che i risotti e le insalate di riso vanno per la maggiore, mentre tra i ragazzi spopola il sushi, che è entrato, dirompente, in un sistema alimentare ormai globalizzato. Un comparto, quello della risicoltura, che si mostra, quindi, solido, ma che deve rimanere al passo sia nel rapporto con il giovane consumatore, sia nelle opportunità offerte dalla ricerca scientifica e dalle Tea, ovvero le Tecniche di Evoluzione Assistita, nuove biotecnologie sviluppate allo scopo di rendere le piante coltivate più resistenti ai parassiti e alla siccità.

“Il riso – ha spiegato Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche – è un alimento amato dagli italiani. Il 60% lo consuma almeno una volta alla settimana a casa. Se oggi il riso è soprattutto risotto e insalate di riso, gli italiani si mostrano interessati alla crescita del consumo di ripieni, sformati, torte e dolci al riso, piatti unici come la paella o la tiella riso, patate e cozze. Tuttavia, l’analisi sottolinea anche che ci sono spazi di crescita. I concittadini si aspettano di più da parte delle marche: non tanto una riduzione del prezzo o risi con tempi di cottura ridotti, bensì suggerimenti per ricette originali e la diffusione della conoscenza di varietà di riso meno note”.

Ecco i dati più salienti della ricerca. La frequenza del consumo di riso tra le mura domestiche è maggiore tra le donne (66% ogni settimana, contro il 54% degli uomini), tra i 25-34enni (69%), nelle famiglie con 4 o più componenti (63%) e cresce lievemente al crescere della classe socio-economica. La passione per il risotto cresce con l’età, così come quella per l’insalata di riso, mentre il sushi è fortissimo tra i 18-34enni e il poke è la quarta voce per i 18-24enni e la quinta per i 25-34enni. Un aspetto positivo è l’elevata varietà di modalità di consumo prese in considerazione dai 25-34enni. E il futuro? A destare particolare interesse nei consumatori sono ripieni, sformati, prodotti da forno (26,8%), torte al riso, dolci di riso (23,9%), piatti unici come la paella o la tiella riso, patate e cozze (23,2%), il riso alla cantonese (21,4%), snack salati (arancini, supplì 20%), mentre molto limitate sono le possibilità di crescita ulteriore per il risotto (3,2%).

Negli ultimi sei mesi, il 10,3% degli intervistati ha diminuito il consumo, la metà per motivi economici. Quasi tre italiani su quattro hanno, infatti, percepito l’aumento dei prezzi del riso. Il futuro sembra comunque roseo: solo il 5% ha affermato di voler ridurre il consumo di riso nei prossimi cinque anni, mentre ben il 42,6% ha intenzione di aumentarlo, in particolare tra i 25-34enni. I drivers per incentivare l’acquisto di riso sarebbero: suggerimenti per ricette nuove/originali (52,5%, in particolare per i 45-65enni e per le donne), l’informazione, la conoscenza di varietà/tipi meno noti ma dal gusto interessante. Ben sette italiani su dieci ritengono importante (58,9%) o determinante (11%) la presenza del marchio che certifica l’origine italiana del prodotto.

Le considerazioni degli esperti

“I trend del benessere – ha sottolineato Patrizia Martello, Sociologa dei Consumi e Docente di Ricerca Sociale all’Università di Milano e Venezia – sono tutti in crescita, sia quelli del benessere psico-fisico delle persone, sia in relazione al Pianeta. Un ruolo decisivo che le marche del mondo alimentare possono e devono assumersi è informare di più e meglio. L’informazione va ripensata, progettata e comunicata con maggiore incisività creativa. Dalle etichette climatiche, con nuovi indicatori dell’impronta alimentare, a nuovi format di retail, alla tracciabilità alimentare digitale, fino alla nutraceutica funzionale alla longevità, il riso italiano può credibilmente costruire un proprio solido protagonismo nella scena del food, con un posizionamento narrativo di promotore leader di una nuova cultura alimentare”.

Un approccio pratico volto, a migliorare le performance agricole grazie alle Tea, è quello di Vittoria Brambilla, ricercatrice in Botanica Generale al dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali all’Università di Milano. “Le Tecniche di Evoluzione Assistita sul riso – ha affermato la ricercatrice – hanno dimostrato enorme efficacia. Da dieci anni, gli scienziati producono piante di riso Tea, ma finora non ci sono state sperimentazioni sul campo. Il quadro normativo potrebbe permetterne le prime nella stagione 2024″.

“Il talk degli Stati Generali del Consumo di Riso – ha evidenziato Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi – è occasione per comprendere le attuali dinamiche e le richieste dei consumatori, intercettare i trend per i produttori di riso, permettendoci di pensare al futuro in modo strategico e consapevole”.

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