I numeri dell’export dell’agroalimentare italiano bio nel 2022 crescono e quello green si dimostra un settore in salute. A dirlo sono i dati dell’ultima analisi condotta nell’ambito di ITA.BIO e presentati in occasione di SANA 2022. Una piattaforma online, quella di ITA.BIO, di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio. Vediamo nel dettaglio i risultati della ricerca e quali sono i principali mercati d’esportazione per l’agroalimentare biologico italiano.
Dati sull’export agroalimentare italiano bio nel 2022
I numeri delle esportazioni di cibo e vino biologico italiano sono in crescita. A SANA 2022, il 34esimo salone internazionale del biologico e del naturale, è andata in scena qualche giorno fa la sessione “Osservatorio SANA. Filiera, mercato, export e consumatore” in cui l’attenzione si è concentrata proprio sullo stato di salute delle vendite di prodotti bio made in Italy sui mercati esteri.
“Nel 2022 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro – si legge in una nota -. Mettendo così a segno una crescita del +16% (anno terminante giugno) rispetto all’anno precedente. Il riconoscimento del bio Made in Italy sui mercati internazionali è testimoniato anche della crescita di lungo periodo (+181% rispetto al 2012, un valore quasi triplicato). E dalla quota di export sul paniere Made in Italy (peso del 6% sull’export agroalimentare italiano totale nel 2022 a fronte di un 4% di dieci anni fa)”.
Intanto, anche la superficie dell’agricoltura biologica in Italia cresce. A dimostrazione di quanto le stesse aziende decidano sempre di più di investire nel green.
Mercato alimentare biologico italiano 2022: i prodotti più venduti
L’analisi si concentra poi, nel dettaglio, su quali sono i prodotti biologici italiani il cui peso sui mercati si fa più sentire. Bene il food, che traina, ma fa registrare numeri importanti anche il vino.
“La gran parte delle esportazioni (81% del totale) riguarda il food per un valore di 2,7 miliardi di euro nel 2022 (anno terminante giugno). +16% rispetto al 2021″ spiega Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager Nomisma S.p.A.
“Rilevante anche il ruolo del vino che pesa per il restante 19% dell’export bio – continua -. Ossia una quota ben maggiore di quanto avviene con l’export agroalimentare in generale (in questo caso l’incidenza del wine è del 13%). In termini assoluti parliamo di 626 milioni di euro di vino bio Made in Italy venduto sui mercati internazionali, +18% rispetto al 2021. Ed una quota sul totale dell’export vitivinicolo italiano dell’8% (il food “si ferma” al 6%)”.
Il vino green italiano si mostra dunque sempre più apprezzato dai consumatori stranieri. Un’ascesa, questa, che condivide con altri prodotti vitivinicoli a livello mondiale, a testimonianza di una sensibilità verso i prodotti bio sempre più forte. Secondo un recente report “Organic Wine Market Forecast to 2028” firmato da The Insight Partners, ad esempio, il mercato del vino biologico raggiungerà 24,55 miliardi di dollari nel 2027.
Quali sono i mercati di destinazione dei prodotti bio italiani
Verso quali Paesi si dirige principalmente l’export bio italiano? Secondo l’analisi, che ha intervistato a campione 290 imprese alimentari e vitivinicole italiane, “le principali destinazioni in Europa per food italiano BIO sono:
- la Germania (indicata nel complesso dal 63% delle aziende)
- la Francia (46%)
- il Benelux (34%).
Diverso, invece, il discorso per l’export del vino biologico italiano nel 2022. “Per il vino a guidare è ancora il mercato tedesco (67%), seguito a brevissima distanza dai Paesi Scandinavi (61%) – dove, da sempre, l’apprezzamento del vino bio è molto alto – e dal Benelux (59%)”.
Spostandoci fuori dall’Europa, i più importanti mercati per il bio italiano sono:
- Svizzera
- Stati Uniti
- Regno Unito (sia per il food che per il wine)
Interessante vedere anche quali saranno i mercati del futuro per il bio italiano. “Secondo le imprese, i Paesi più promettenti per le esportazioni di prodotti bio nel prossimo triennio saranno Germania (56%), Nordics (32%) e Stati Uniti (25%) per il food, e Nordics (58%), Stati Uniti e Canada (entrambi segnalati da un terzo delle aziende) nel caso del vino”.
I punti di forza dell’agroalimentare biologico italiano
Cosa i consumatori apprezzano dei prodotti alimentari biologici italiani? A questa domanda, l’analisi risponde mettendo in risalto le caratteristiche più amate secondo le imprese.
- La qualità dei prodotti: 66%
- Il generale interesse del consumatore straniero per il Made in Italy 60%
- L’equivalenza del marchio bio europeo (34%)
- L’elevata spesa mediapro-capite per i prodotti bio (33%)
- Le garanzie associate ai prodotti agroalimentari bio (24%).
Quali, invece, i punti a sfavore?
“Secondo le aziende italiane, gli aspetti che rappresentano i maggiori ostacoli alla vendita dei propri prodotti bio all’estero sono i costi legati alle attività di promozione sui mercati internazionali (percepiti come ostacolo dal 42% delle imprese esportatrici bio), le normative/burocrazie locali e la concorrenza di prezzo da parte delle imprese locali (fattori indicati entrambi dal 37%)”.
Crisi materie prime e non solo: quanto tutto ciò pesa sull’export dell’agroalimentare italiano bio
Focus anche sulle criticità che il settore agroalimentare italiano sta attraversando nell’ultimo periodo. L’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, ad esempio, pesa più o meno su tutti.
“Dall’indagine di Nomisma emerge come la gran parte delle aziende (8 su 10) stiano affrontando l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. 4 su 10 inoltre stanno riscontrando difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. Mentre 1 su 3 ha problemi dal lato della logistica – continua la nota -. In questo nuovo e mutato contesto di mercato, quali saranno le strategie che adotteranno le imprese nei prossimi 6/12 mesi? Tre sono le parole chiave delle strategie future: internazionalizzazione, sostenibilità e diversificazione dei canali”.
Per ulteriori numeri e approfondimenti sul tema, si può leggere la nota stampa completa.