Cresce la presenza della cucina italiana nel mondo

Trend in crescita per la cucina italiana nel mondo, con un aumento nel 2022 a doppia cifra (+11%) rispetto all’anno precedente, per un valore complessivo di 228 miliardi. A rivelarlo è l’edizione 2023 del report Foodservice Market Monitor “Frontiere evolutive per il settore del Foodservice”, realizzato da Deloitte.

Il report si sofferma anche sui dati del mercato nazionale della ristorazione, salito a 75 miliardi. A livello globale, nel 2022 il mercato della ristorazione ha raggiunto i 2.600 miliardi di euro, riallineandosi ai valori pre-pandemia.

Riallineamento anche per la cucina italiana: infatti, nel 2019 il valore è stato di 236 miliardi di euro. A livello globale, la cucina italiana ha una penetrazione del 19% nel mercato dei ristoranti tradizionali. Gli analisti segnalano anche la confermata crescita del delivery, che nel mondo ha aumentato la sua quota di mercato totale, passando dal 5% al 19% (2016 vs 2022). La regione Asia-Pacifico rappresenta, invece, il 41% del totale del mercato della ristorazione, seguita da Nord America (27%) ed Europa (19%).

“La ristorazione – afferma Tommaso Nastasi, Partner e Value Creation Service Leader di Deloitte Italia – si conferma un comparto sempre più importante per l’intera filiera del Food. Le imprese di questo settore, per continuare a crescere, dovranno innovare il loro modello di business mettendo i consumatori e la sostenibilità al centro. Un ulteriore salto di qualità del Foodservice non può prescindere dalla coesione tra i diversi attori della filiera, tramite aggregazioni e partnership che valorizzino il territorio e le sue eccellenze imprenditoriali”.

Anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha commentato i dati del report di Deloitte: “Si conferma il ruolo fondamentale che la cucina italiana svolge nel panorama culinario mondiale. Il mercato nazionale della ristorazione, che sale a 75 miliardi, dimostra che il settore della gastronomia italiana è in costante evoluzione e rimane una risorsa di grande valore per la nostra economia. La crescita della cucina italiana nel mondo è il risultato tangibile dell’impegno del Governo Meloni nel promuovere la qualità, la sostenibilità e la diversità del nostro cibo. Elementi che, però, da soli non funzionerebbero senza la competenza degli chef, la dedizione dei nostri produttori e di tutti coloro che lavorano nel settore”. “Il prossimo passo – continua Lollobrigida – deve essere il raggiungimento del traguardo dell’iscrizione della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, un passo cruciale su cui stiamo concentrando molte energie, affinché si continui a preservare e promuovere la nostra ricca tradizione culinaria. Questo riconoscimento garantirebbe la protezione e la valorizzazione dei nostri prodotti e delle nostre eccellenze gastronomiche, contribuendo così a rafforzare il marchio Italia nel mondo”.

Il record delle esportazioni agroalimentari e il problema dell’Italian Sounding

C’è un’altra buona notizia. La cucina italiana nel mondo spinge il record delle esportazioni agroalimentari nazionali, che raggiungono il valore massimo di 31,7 miliardi nel primo semestre del 2023, con un balzo del 7,7%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat.

Commentando il report di Deloitte, la Coldiretti sostiene che “l’importo delle vendite all’estero potrebbe crescere ulteriormente, se si aggredisse sui mercati il falso Made in Italy, sostituendo l’Italian Sounding con il prodotto realizzato a livello nazionale. Sei italiani su dieci (60%) in viaggio all’estero, per lavoro o in vacanza, si sono imbattuti almeno una volta in un piatto o una specialità Made in Italy taroccati”.

“La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero, dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, che è causa di danni economici, ma anche di immagine. L’agropirateria internazionale nei confronti dell’Italia ha raggiunto i 120 miliardi. In questo contesto, l’82% degli italiani che esprimono un’opinione ritiene che contribuirà positivamente alla difesa e alla valorizzazione dell’agroalimentare italiano l’iscrizione della cucina italiana nella lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco, proposta dal Governo su iniziativa dei ministri dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, e della Cultura, Gennaro Sangiuliano”.

La cucina italiana è la più apprezzata al mondo

Se la cucina italiana cresce nel mondo, è anche vero che si tratta di uno dei motivi di attrazione degli stranieri nel nostro Paese. Infatti, di recente la cucina italiana si è confermata la più apprezzata al mondo, con Firenze e Roma che occupano, rispettivamente, il primo e il terzo gradino del podio della classifica “100 Best Cities to Try Local Food” realizzata da Taste Atlas, il portale internazionale di viaggio esperienziale a tema gastronomico. La graduatoria menziona quindici città italiane tra le prime cento, premiando Firenze come città di cui i turisti globali apprezzano maggiormente la cucina locale. Al quarto posto, invece, troviamo Napoli.

La cucina italiana si dimostra, ancora una volta, uno straordinario strumento di soft power, capace di incarnare e trasmettere i valori fondanti della cultura italiana, quali l’ospitalità e il rispetto per il territorio e le sue tradizioni, elementi che corroborano la candidatura a patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Sempre a favore della candidatura, la cucina italiana, parte integrante della storia del Pese e delle sue Regioni, rappresenta la biodiversità, la sostenibilità e l’etica dell’anti-spreco, promuovendo il riutilizzo dei cibi avanzati e l’uso di prodotti stagionali.

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