Quasi 7 famiglie su 10, il 68% degli italiani, devono ricorrere alla cucina povera dei piatti antispreco, a causa dell’impennata dei prezzi della spesa, che sta mettendo in difficoltà soprattutto le fasce più disagiate della popolazione. È quanto emerge dal rapporto della Coldiretti “La spesa green degli italiani, dal bio al km 0 fino al ritorno del piatti poveri antispreco”, diffuso in occasione dell’inaugurazione della 35esima edizione del Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale, dal 7 al 9 settembre a Bologna.

Con l’inflazione alimentare al 9,8% ad agosto, cresce la responsabilità a tavola, dove il riutilizzo degli avanzi o di ingredienti di base sono l’asse portante della cucina italiana, secondo la Coldiretti. Molti dei piatti più tradizionali, infatti, sono nati per non sprecare cibo, come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al Sud la frittata di pasta, la panzanella e le polpette, preparate recuperando la carne avanzata. Così come l’acqua della pasta, arricchita dagli amidi e dalle proteine del grano, può essere usata per il brodo necessario per la preparazione di risotti, carni, verdure e pesce.

Lo spreco alimentare in Italia

I cuochi contadini di Campagna Amica hanno svelato al Sana questi e altri piccoli segreti per preparare un pasto completo a spreco zero e ad alto tasso di risparmio, per facilitare la vita quotidiana delle famiglie. Del resto, il fenomeno dello spreco alimentare è ancora rilevante nel nostro Paese. Nel 2022 abbiamo gettato 75 grammi di cibo al giorno, ossia 524 grammi settimanali, poco più di 27 chili di cibo l’anno a persona. Un dato che si accentua al Sud (+8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+38% rispetto alla media italiana).

Sprechiamo 1 kg l’anno di frutta e poco meno di 1 kg di pane. Nella hit nefasta degli sprechi anche insalata, verdure, aglio e cipolle. Vale 6,5 miliardi di euro lo spreco di cibo nelle case e oltre 9 miliardi lo spreco di filiera, dai campi alle case. Eppure, sempre in Italia, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e il 9,4% della popolazione versa in condizione di povertà.

“Un problema drammatico dal punto di vista etico, oltre che economico – spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – contro il quale Coldiretti è impegnata da anni in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori attraverso il progetto dei mercati di Campagna Amica, con la più grande rete delle fattorie e dei mercati a chilometro zero che riduce distanze e tempi di trasporto e garantisce maggiore freschezza e tempi più lunghi di conservazione degli alimenti”.

Il problema dello spreco alimentare è riconosciuto come uno dei più gravi paradossi dell’attuale sistema di produzione del cibo. In un mondo dove ancora oggi la sicurezza alimentare non è garantita per tutti, se si riducessero le perdite e gli sprechi alimentari, si potrebbe garantire più cibo per tutti, ridurre le emissioni di gas serra (lo spreco è responsabile del 10% di inutili emissioni) e allentare la pressione sulle risorse naturali, in particolare il consumo di acqua e suolo, per aumentare la sostenibilità dei nostri sistemi di produzione.

Buone pratiche contro lo spreco di cibo

Un carrello della spesa che tenga conto della stagionalità e della geografia fa bene al portafoglio e al Pianeta. Il carrello ideale dovrebbe essere il frutto di una lista della spesa oculata, basata sul numero di persone che mangeranno e sull’effettiva capacità di consumare tutto il cibo comprato. Tuttavia, spesso l’acquisto è di pancia, non è determinato da un’effettiva necessità e questo è causa di sprechi.

Se non sappiamo bene quali saranno i nostri programmi per i giorni successivi, l’acquisto di prodotti confezionati può evitare il rischio di aprire il frigo e ritrovarsi cibo non più commestibile. Allo stesso tempo, la fretta con cui spesso facciamo la spesa non deve portarci a scegliere il cibo confezionato solo perché prendere al volo una vaschetta è più facile che scegliere lo stesso prodotto nel reparto dei freschi. Se sappiamo con certezza come saranno le nostre giornate, via libera al fresco, che ci permette di prendere la quantità che davvero ci interessa. Tuttavia, se il nostro stile di vita non ci consente di fare la spesa in modo ponderato giorno per giorno, possiamo ormai trovare alimenti di ogni genere conservati sottovuoto.

Oggi evitare gli sprechi alimentari è molto più semplice e immediato rispetto ad alcuni anni fa. Sono, infatti, moltissime le app e le associazioni che hanno come mission quella di ottimizzare le risorse disponibili e i cibi non consumati. Basta un veloce giro sul web per scoprire la soluzione più comoda e adatta a ciascuno di noi.

Infine, i cibi non più in stato ottimale ma ancora commestibili (come foglie verdi leggermente appassite, pane raffermo o formaggi un po’ induriti) possono diventare ingredienti perfetti per farcire torte dolci o salate e pasta fresca ripiena. Se poi abbiamo ancora del cibo non più consumabile, invece di buttarlo, vale la pena usarlo per il compostaggio nel nostro giardino, terrazzo, orto o negli spazi comunali idonei.

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