Al via due progetti europei per diminuire l’uso degli erbicidi in agricoltura

Diminuire l’uso di erbicidi in agricoltura e promuovere l’impiego di metodi alternativi per il controllo delle malerbe è possibile? L’Europa crede di sì e punta su Oper8, un nuovo progetto triennale Horizon Europe – il Programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027 – coordinato dall’Università di Atene. Il progetto coinvolge per l’Italia il Centro di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa, insieme ad altri otto partner provenienti da sette Paesi europei.

La promozione degli usi alternativi agli erbicidi in agricoltura appare sempre più una necessità, alla luce di diversi fattori. Sebbene, infatti, gli erbicidi siano la seconda categoria più diffusa di fitofarmaci nell’Unione Europea, non bisogna dimenticare che possono avere un effetto dannoso sull’ambiente, sulle risorse naturali e sulla salute umana. Il numero di principi attivi disponibili è, inoltre, sempre più limitato dalla legislazione, mentre l’efficacia di quelli ancora utilizzabili è circoscritta dall’insorgenza di popolazioni di erbe infestanti resistenti. L’introduzione di metodi alternativi è, quindi, cruciale per una produzione colturale sostenibile, anche se molti agricoltori sono ancora riluttanti perché li considerano troppo complessi da utilizzare e più costosi.

Il progetto Oper8 fornirà anche indicazioni per i Piani di azione nazionale per il controllo non chimico delle infestanti nelle principali colture, vale a dire l’arboricoltura da frutto, l’olivicoltura, la viticoltura, i seminativi, le colture foraggere e le colture orticole di pieno campo.

Per andare incontro alle necessità degli agricoltori italiani, il progetto coinvolgerà tutti gli operatori del settore, compresi i consulenti, i rappresentanti dell’industria dei mezzi tecnici e i ricercatori.

“Il coinvolgimento degli agricoltori e dei principali portatori di interesse – spiega Daniele Antichi, professore associato di Agronomia e Coltivazioni erbacee presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa – è fondamentale perché il progetto abbia successo. I loro feedback e la loro esperienza saranno d’aiuto nello sviluppo dei Piani di azione nazionale e delle future strategie alternative per il controllo non chimico delle malerbe, che siano socialmente accettabili e in linea con gli obiettivi di salvaguardia dell’ambiente, ma anche con le esigenze degli agricoltori di produrre colture in modo economicamente remunerativo”.

Il progetto GOOD per ridurre gli erbicidi in agricoltura grazie ai microrganismi presenti nel terreno

Si ricollega a Oper8 un altro progetto europeo che coinvolge l’Università di Pisa. Si chiama GOOD (Agroecology for Weeds) ed è sempre finanziato all’interno del programma Horizon Europe, con l’obiettivo di ridurre gli erbicidi in agricoltura grazie ai microrganismi presenti nel terreno. Questi, infatti, secondo diversi studi, sono la chiave per aumentare la resistenza delle piante coltivate nei confronti delle erbe infestanti.

GOOD, che ha ufficialmente preso il via a maggio, ha come obiettivo lo studio di strategie innovative e sostenibili per ridurre la dipendenza dagli erbicidi, che rappresentano la seconda categoria di pesticidi più venduta in Europa. Il progetto si inserisce nell’ambito delle iniziative europee volte a ridurre del 50% l’uso di pesticidi entro il 2030 e ad accelerare la transizione verso agroecosistemi sostenibili, resilienti, produttivi, sicuri e salutari, a basso impatto climatico, capaci di fornire importanti servizi ecosistemici.

Al progetto GOOD partecipano venti partner da undici paesi europei: Italia, Spagna, Portogallo, Serbia, Grecia, Cipro, Francia, Belgio, Irlanda, Olanda, Lettonia. Questi appartengono a sei diverse regioni pedo-climatiche europee, dall’area atlantica alle aree nordiche e continentali fino a quelle mediterranee, per assicurare una rappresentazione bilanciata dei diversi sistemi produttivi.

“I microrganismi benefici autoctoni di sette paesi europei saranno moltiplicati a Pisa e utilizzati per inoculare i semi di piante di copertura, per aumentare la loro capacità di competere con le erbe infestanti”, spiega la professoressa Alessandra Turrini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo di Pisa, responsabile scientifica del progetto.

Il progetto svilupperà, in un periodo di quattro anni, una rete europea per la gestione agro-ecologica delle piante infestanti, con lo scopo di aumentare e condividere le conoscenze e le esperienze, creando anche collegamenti con altri progetti e reti che operano nel campo dell’agro-ecologia e della gestione integrata dei pesticidi.

Gli erbicidi e i metodi naturali alternativi

Le infestanti presenti nelle coltivazioni agricole sono responsabili di notevoli perdite di produzione vendibile e qualità del raccolto. L’adattamento delle principali specie di infestanti alle varietà coltivate e la specializzazione ai sistemi di coltivazione moderni rende il loro controllo sempre più complesso e costringe alla ricerca di nuove sostanze attive efficaci. Ecco perché si utilizzano gli erbicidi o diserbanti, sostanze chimiche impiegate per l’eliminazione delle erbe infestanti o nocive. A livello mondiale, circa il 45% della spesa sostenuta dagli agricoltori per l’acquisto di fitofarmaci è destinato agli erbicidi. Il loro consumo è concentrato per circa il 70% in Europa e America settentrionale e interessa principalmente le grandi colture erbacee. In Italia, la superficie interessata al diserbo chimico è prossima ai 5 milioni di ettari.

Tuttavia, questi prodotti hanno un rovescio della medaglia importante, in quanto nuocciono non solo alla Terra, ma anche alle piante e agli animali che se ne nutrono. Ecco perché, su piccola scala, è possibile promuovere l’uso di metodi naturali, come i diserbanti fatti in casa, che possono essere preparati con l’utilizzo di sale grosso, oppure utilizzando l’ipoclorito di sodio, nome scientifico che indica la candeggina.

Related Posts

Ultimi Articoli