Il food e-commerce vale 4,7 miliardi di euro, la consegna a domicilio influisce per il 44%. Dopo il Covid, è boom di marketplace digitali

La pandemia da Covid-19 ha costretto gli abitanti di (quasi) tutto il mondo a rimanere forzatamente in casa per mesi; in Italia, i cittadini hanno rivisto la cosiddetta “luce in fondo al tunnel” solo nel 2022, dopo aver trascorso intere giornate tra le mura domestiche e, spesso, senza la possibilità (o il coraggio) di uscire, anche solo per acquistare il pane o il latte.

Ed è stato proprio in quel periodo, soprattutto nel corso del 2021, che il mercato della consegna di cibo a domicilio (il celebre food delivery) è arrivato a valere ben 1,8 miliardi di euro; la tendenza nel preferire ricevere piatti già pronti direttamente a casa è rimasta anche dopo la quarantena e la fine della pandemia, tanto che ancora oggi il 71% della popolazione italiana utilizza quotidianamente le principali piattaforme di food delivery.

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A fornire queste informazioni è stato The European House – Ambrosetti che, in occasione del Forum sul food & beverage n. 7 tenutosi qualche giorno fa a Bormio, ha evidenziato un dato molto importante: le piattaforme realizzate appositamente per il food delivery hanno rappresentato, solo nell’ultimo anno, il 97% del valore totale dei cibi venduti per la consegna a domicilio, relegando ai canali online dei ristoranti tradizionali il rimanente 3%.

La crescita dell’ecommerce di cibo in Italia è favorita dal food delivery

A dare una panoramica un po’ più ampia è stato Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di The European House Ambrosetti: “Nel 2015 le vendite attraverso le piattaforme di food delivery valevano 70 milioni di euro, nel 2018 oltre 360 milioni e nel 2020 più di 700. La pandemia – ha sottolineato – ha contribuito alla crescita esponenziale di questo fenomeno (+20% di valore tra 2020 e 2021) che si avvicina oggi in Italia ai 2 miliardi di euro complessivi e che ha, inoltre, ulteriori e ampie possibilità di sviluppo futuro”.

Tra il 2010 e oggi, il settore del food e-commerce è cresciuto esponenzialmente grazie a un maggiore incremento delle piattaforme digitali del 39% all’anno. Il fatturato complessivo di fine 2022, infatti, si attestava a 4,7 miliardi di euro e gran parte del merito è da attribuire al food delivery che, imperturbabile, rappresenta il 44% del valore, seguito dalla spesa alimentare (37%) e dall’enogastronomia (19%).

“Il potenziale di crescita dei marketplace digitali – ha aggiunto De Molli – nel contesto agroalimentare è però ancora molto elevato, in quanto il fatturato del settore alimentare generato tramite e-commerce vale nel 2022 il 3% del totale”.

Questo scenario è dettato da un fattore ben preciso, e cioè che le scelte e le abitudini dei consumatori cambiano in base agli strumenti tecnologici in loro possesso: a oggi, 8 utenti su 10 sono raggiunti tramite social network, il 60% è fortemente interessato al settore della cucina e il 31% esplora i social alla ricerca di nuovi prodotti da acquistare.

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Grazie alle innovazioni tecnologiche, supportate ampiamente dal food delivery, oggi si parla tantissimo di:

  • dark kitchen, cioè cucine specializzate solo ed esclusivamente nella consegna a domicilio;
  • ghost kitchen, cioè laboratori che lavorano per più brand dediti alle consegne;
  • social kitchen, dove si organizzano eventi di cucina;
  • shared commercial kitchen, spazi per cucine commerciali condivisibili che permettono di ottimizzare i costi di gestione.

Insomma, il mondo evolve e il settore food non rimane di certo indietro, anzi: in nome della tradizione culinaria italiana, si fa sempre e comunque portavoce di una società che sta cambiando ma che, nonostante il cambiamento, rimane sempre e comunque una buona forchetta.

Cosa acquistano gli italiani online? Il report annuale di Idealo

Gli ecommerce di cibo aumentano, ma non sono i soli anzi; a dichiararlo è stato il Report Annuale sull’E-commerce Italiano di Idealo, un portale internazionale che compara i prezzi leader in Europa, che dopo aver esaminato le abitudini di acquisto online per l’anno 2022 ha riportato una serie di dati davvero interessanti.

Innanzitutto, il 61% dei consumatori continua (nonostante la pandemia sia ormai lontana) a compiere un acquisto online almeno una volta al mese, mentre il 24% lo fa anche una volta a settimana. Di conseguenza, più di 8 italiani su 10 compra qualcosa online almeno una volta al mese.

Il 2022, però, verrà per sempre ricordato anche come l’anno del ritorno dell’inflazione (soprattutto per via della guerra in Ucraina), quindi non c’è da stupirsi se, rispetto al 2021, la quota degli acquirenti intensivi (cioè di coloro che acquistano online almeno una volta a settimana) sia calata di oltre 2 punti percentuali.

Detto questo, non resta che da chiedersi: cosa acquistano online i consumatori italiani? Ecco una panoramica dell’anno precedente:

  • il 43% ha acquistato un prodotto di elettronica;
  • il 41% un prodotto di abbigliamento;
  • il 33% un paio di scarpe;
  • il 25% un prodotto di cosmetica;
  • il 21% un cibo già pronto o, comunque, un prodotto alimentare;
  • il 20% un prodotto per animali;
  • il 16% un prodotto per lo sport;
  • il 15% un accessorio per la casa o il giardino.

Rispetto al 2021, poi, nell’anno 2022 hanno mostrato un decisivo aumento alcuni settori in particolare, cioè:

  • giocattoli e gaming con +78%;
  • bambini e neonati con +59%;
  • prodotti per animali con +52%;
  • elettronica con +35%;
  • arredamento e giardino con +33%.

Com’è il consumatore digitale ideale?

Altra domanda interessante è la seguente: qual è l’identikit dell’acquirente digitale tipo? In primo luogo, le donne superano di gran lunga gli uomini: è circa l’80% delle donne a effettuare un acquisto online almeno una volta a mese, a fronte del 78% degli uomini.

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Fonte: idealo.it

In secondo luogo, la fascia di età più interessata agli acquisti online è quella compresa tra i 35 e i 44 anni, di cui l’86% compie almeno un acquisto al mese. A seguire:

  • 44 – 55 anni con l’85%;
  • 25 – 34 anni con il 76%;
  • over 55 con il 75%;
  • 16 – 24 anni con il 53%.
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Fonte: idealo.it

Per quanto riguarda, invece, i settori di maggiore interesse, si possono distinguere tra quelli maschili e quelli femminili: gli uomini amano quello dell’elettronica (53%), seguito da quello delle scarpe (32%) e da quello della moda (32%); le donne, invece, mettono al primo posto moda e accessori (52%), prodotti di bellezza e profumi (46%) e scarpe (34%).

Quanto ha influito l’inflazione sugli acquisti online?

Entrando nel merito dell’aumento dei costi, Idealo ha analizzato il loro andamento nel corso di tutto il 2022, in modo da scoprire quanto l’inflazione abbia inciso sul mondo digitale. Secondo l’analisi compiuta, il 60% delle categorie di prodotto presenti sulla piattaforma hanno registrato il loro prezzo più alto proprio nel 2022.

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Fonte: idealo.it

Su questo argomento si è espresso Dumitru Baltatescu, Country Manager di Idealo in Italia: “I dati del nostro nuovo white paper ci consentono di confermare come il passaggio dallo shopping offline a quello online non sia effettivamente stato un fenomeno passeggero dovuto alla pandemia di COVID-19. Ciò nonostante – ha aggiunto – causa caro vita, gli utenti sono sempre più attenti ai prezzi e in alcuni casi tendono a tagliare le spese non necessarie o a ridurre la frequenza dei propri acquisti. Le piattaforme di comparazione prezzi stanno diventando sempre più sofisticate – ha concluso – offrendo ai consumatori schede tecniche dei prodotti, recensioni e test, con un importante obiettivo: consentire a chi acquista online di ottenere il miglior rapporto qualità – prezzo possibile”.

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