Siccità e gelate determinano il calo di produzione nella campagna olearia 2022

Campagna olearia 2022: preoccupa il calo legato ai cambiamenti climatici, ma anche gli aumenti dei costi che si fanno sempre più insostenibili

Il calo previsto per la campagna olearia 2022 c’è stato. Stimato, a settembre, del 30% da Coldiretti e Unaprol, è stato ben più grave soprattutto in alcune regioni: Puglia in primis.

Il calo della produzione di olio di oliva pugliese è stato, infatti, del -52%. Causa prima sono state le gelate fuori stagione in primavera e poi la siccità, mentre continua a perdere terreno il Salento distrutto dalla Xylella, che ha bruciato un potenziale pari al 10% della produzione nazionale.

A rivelarlo, il dossier “2022 fra clima e guerra, nasce l’olio nuovo” di Coldiretti e Unaprol su dati Ismea, diffuso in occasione della Giornata Mondiale dell’Ulivo, con iniziative nei mercati di Campagna Amica in Puglia, a Lecce, Brindisi e Taranto.

“Con il crollo della produzione nazionale di olive (-37%)- si legge nel dossier- gli italiani devono dire addio a oltre 1 bottiglia su 3 di olio extravergine Made in Italy mentre l’esplosione dei costi mette in ginocchio le aziende agricole e con l’inflazione generata dal conflitto in Ucraina volano sugli scaffali i prezzi al dettaglio…La produzione nazionale del 2022 crolla a a circa 207 milioni di chili, in netta diminuzione rispetto alla campagna precedente. I cali peggiori si registrano al Sud Italia, specie nelle regioni più vocate all’olivicoltura dalla Puglia alla Calabria, che da sole rappresentano il 70% della raccolta nazionale”.

Campagna olearia 2022: calo di produzione (ma non solo) regione per regione

Nello specifico, ecco i dati relativi alle produzioni, che vedono

  • Puglia -52%
  • Calabria -42%
  • Sicilia -25%
  • Lazio +17%
  • Umbria e Toscana +27%
  • Emilia Romagna +40%
  • Liguria +27%
  • Veneto +67%
  • Lombardia +142%.

A pesare, in una situazione già così pesantemente compromessa, sono i rincari diretti e indiretti determinati soprattutto dall’aumento dell’energia: aumenti che arrivano fino al 170%.

“Un patrimonio minacciato dai cambiamenti climatici – aggiunge Coldiretti Puglia – dalle oscillazioni produttive e dall’emergenza Xylella che ha intaccato il patrimonio olivicolo di Lecce, proseguendo indisturbata il cammino di infezione a Brindisi, Taranto e arrivando fino alla provincia di Bari”.

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